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Bears54:

--- Citazione --- Positivo il 21 luglio 2010, Contador viene informato dall’Uci il 24 agosto e la notizia si diffonde il 30 settembre. Lo spagnolo, ora alla Saxo Bank, spiega la positività con l’assunzione di carne contaminata. La federciclo spagnola prima propone un anno di squalifica, poi lo assolve il 15 febbraio 2011. Ma Uci e Wada fanno ricorso al Tas, che si riunisce (dopo due rinvii) dal 21 al 24 novembre 2011. Oggi la sentenza, che toglie a Contador un terzo dei 6 grandi giri che aveva conquistato. 
--- Termina citazione ---

I peccati della carne  :adler:

vanze69:
e il giro 2011 a SCARPONI  :stillers: :stillers:

Young 8:
Hamilton svela tutti i dettagli del sistema doping di Armstrong: "Odiava Pantani e non sopportava chi si ribellava"

Due anni di lavoro e sessanta interviste a Tyler Hamilton: The Secret
Race, firmato da Daniel Coyle, l'autore anche di Lance Armstrong's War,
che uscirà oggi negli Usa, è una confessione lunga 287 pagine.
Difficile non credere al racconto così ben dettagliato dell'ex compagno
di squadra del Cowboy alla Us Postal dal 1998 al 2001, in cui spiega
come il doping nel ciclismo fosse sistematico e non certo lasciato ai
singoli. Ora, dice, si sente «liberato e in pace con se stesso, dopo
anni di depressione e sensi di colpa».

L'INIZIAZIONE
«Mi ci
sono voluti 1000 giorni, circa tre anni, per usare il doping la prima
volta. Avevo notato le sacche bianche appese al muro, ma ne usufruivano
solo i più forti come Hincapie e Ekimov. E' quando capisci che cosa
vuol dire correre a "pane e acqua", mi riusciva difficile persino
tenere il passo del gruppo. Ero disperato, senza energie. Il dottor
Pedro Celaya mi offrì il primo ovulo rosso: testosterone. "Questo non è
doping, è per la tua salute", mi disse. Non vado fiero di quella
decisione, avrei potuto rifiutare, tornare a casa a finire
l'università. Invece, non lo feci: sai che infrangi le regole, ma sei
convinto di non imbrogliare perché come te fanno tutti. Quell'ovulo
rosso era come una promozione. Poco dopo mi fu data la prima fiala di
Epo: era il segnale che avevano fiducia in me e sarei andato al Tour
'98».

EDGAR, CIOE' L'EPO
«Era il '98, e io e Lance
instaurammo un rapporto di fiducia, al punto che discutevamo di quanta
Epo ci facevamo e con quale frequenza. Inventammo parole in codice per
definirla: ci piacque Edgar, da Edgar Allan Poe. Lance aveva
l'ossessione che altre squadre usufruissero di sistemi più avanzati.
Divenne paranoico quando scoprì che nel 2001 Ullrich andò ad allenarsi
in Sudafrica, dove avevano appena inventato un sangue sintetico,
l'Hemopure».

LANCE E VAUGHTERS
«Lance si sentiva invulnerabile,
al punto che spesso parlava di Epo a voce altissima anche nei
ristoranti. La cosa che lo faceva arrabbiare di più era quando qualcuno
dei compagni si lamentava del doping. Jonathan Vaughters lo fece nel
1999, addirittura osò dire che si sentiva colpevole. Lance e Bruyneel
non gradirono e l'anno dopo JV lasciò la squadra».

FERRARI E LE VENE
«Ferrari
era il nostro dottore, il nostro dio e trainer. Lance non parlava altro
che di lui, lo citava costantemente. Ferrari era fissato sulla
questione peso. Qualcuno pensa che fosse una sorta di mago della
chimica, invece insisteva soprattutto su tabelle, numeri e il fatto che
dovessimo dimagrire. Ricordo ancora le sua cazziate: "Ah Tyler, sei
troppo grasso". In effetti, nel momento in cui riuscii a perdere chili,
sentii dei grandi benefici. Quando al Tour 2000 venne introdotto il
controllo sull'Epo, a Ferrari ci vollero cinque minuti per trovare la
soluzione: ci saremmo iniettati "Edgar" in dosi ridotte e in vena
anziché sottocute. Così invece di 2000 unità al 3° o 4° giorno della
settimana, ne avremmo fatto 300-400 ogni sera. Era importante non
mancare la vena: Lance era fortunato perché le aveva grandi e ben
visibili».

ODIAVA PANTANI
«Lance amava la logica, Pantani
correva con passione e istinto. E lui odiava questo suo modo di essere.
Quando l'italiano andò in fuga all'inizio della tappa
Courchevel-Morzine al Tour 2000, salita dopo salita sembrava
imprendibile. Lance andò nel panico. In corsa fece chiamare Ferrari per
chiedergli lumi e lui lo rassicurò: con quel passo, Pantani sarebbe
crollato all'ultima salita. E così fu».
 
IL GIARDINIERE IN MOTO
«Dopo
lo scandalo Festina del 1998, dovevamo trovare un nuovo sistema per
portare le fiale di Epo alle gare. Lance affidò il delicato incarico di
corriere a Philippe, il suo giardiniere della villa a Nizza. Philippe
fu soprannominato il motociclista, perché seguiva le tappe in moto. Lo
chiamavamo su un cellulare segreto. Al traguardo, approfittando della
confusione, faceva la sua consegna. Ma solo a noi tre scalatori: io,
Lance e Kevin Livingston. Trovavamo le siringhe nel camper, per evitare
il rischio di una perquisizione in hotel. Ci bastavano 30 secondi: Del
Moral ci iniettava, mettevamo le siringhe nelle lattine di coca, poi il
dottore sgattaiolava fuori nella mischia con le lattine schiacciate,
come fossero spazzatura, nello zaino».

COSI' MI CACCIO'
«Prima
del Giro di Svizzera 2001, andai a Ferrara da Ferrari che mi fece il
classico test sul Monzuno: su quei 4 Km di salita al 9% battei il
record di Lance. Ferrari sorrise: buon segno, perché non lo avevo mai
visto allegro. Ma quando arrivai in ritiro, Lance era incavolato:
"Monzuno eh? Non penserai mica di essere tu ora l'uomo da battere?". Il
giorno dopo la situazione peggiorò quando il mio ematocrito risultò
49.5, troppo vicino al 50%. Lance era furioso, anche se pure lui a
volte aveva quel valore. Persino sua moglie Kristin mi disse
sarcastica: "Ho sentito che hai grandi numeri, Tyler". Lance si sentiva
insidiato. Una mia intervista a Velonews, innocua, fu presa molto male
da Armstrong. Fui costretto da Bruyneel a scusarmi. Ma non servì: al
Tour venni lasciato a pane e acqua».

RIIS VOLEVA SAPERE
«Così
nel 2002 firmai per la Csc di Bjarne Riis. Nel nostro primo colloquio
mi chiese quali metodi usavamo alla U.S. Postal. Gli raccontai tutto,
ma non delle trasfusioni, forse perché non mi ero trovato bene. Lui
rispose: "Devi assolutamente provarle, ti piaceranno moltissimo".
Eravamo affidati al dottor Eufemiano Fuentes. Mi suggerì di usare il
nome del mio cane per classificare le mie sacche di sangue. Ma il mio
era troppo famoso, così divenni 4142, le ultime cifre del telefono di
un mio amico».

CECCHINI, MAI DOPING
«Cecco (il medico Luigi
Cecchini, ndr) mi ha sempre sconsigliato di doparmi. Non mi ha mai dato
nulla, neppure un'aspirina. Mi mise in guardia su Fuentes e disse di
concentrarmi sui sistemi di allenamento».

da «La Gazzetta dello Sport» del 5 settembre 2012 a firma Massimo Lopes Pegna

brandonmarshall88:
Sto libro quasi quasi lo leggo :mmahh:

vanze69:
in poche parole il signor 7 tour ha rubato... :ninja:?

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