Uckmar: "L'accertamento era illegittimo"
Il professore, che assiste Rossi sul piano legale, rilancia
"C'erano ottime ragioni per sostenere l'illegittimita dell'accertamento".
Il prof. Victor Uckmar torna sulla vicenda che vede contrapposti - seppur sul punto di riconciliarsi - il fisco italiano e il campione di motociclismo Valentino Rossi, con un commento che lascia trapelare una certa divergenza fra lui, che assiste il pilota sul piano legale della questione, e i commercialisti, che invece probabilmente su input del campione, sembrano essersi adoperati per arrivare a una transazione.
"Rossi - spiega Uckmar - ha la residenza in Inghilterra, e spetta al fisco dimostrare che invece risiede per la parte maggior parte dell'anno in Italia. Ogni anno Valentino fa 16 campionati all'estero; con i giorni di preparazione e prove sono una decina di giorni ciascuno, per un totale di circa 160 giorni. Ogni tanto torna a Tavullia per incontrare i genitori, come ogni figlio, ma il tempo lo trascorre prevalentemente all' estero. Poi - prosegue - gli sono state attribuite somme versate dagli sponsor che invece non venivano a lui, ma alla Yamaha e alla Honda. E ancora, gli sono state addebitate Irap e Iva non dovute, perchè l'attività non veniva svolta in Italia, e peraltro l'Iva era stata pagata dagli sponsor".
E allora, perchè verserà un bel mucchio di denaro al Fisco?
"Si tratta - risponde Uckmar - di soldi buttati al vento, che Valentino ha deciso di perdere per poter avere i prossimi anni, gli ultimi della sua carriera, liberi da preoccupazioni fiscali. E un processo fiscale, si sa, è difficile che duri meno di otto-dieci anni. Nessuno però potrà usare nei confronti di Valentino Rossi l'espressione 'evasore fiscale', e se qualcuno invece lo farà, sarò io stesso a consigliare un'azione di tutela legale".