Eastern Conference review 14.05.2012 - 20.05.2012
Sono rimaste in quattro a giocarsi il titolo di campione della Eastern Conference. Le favorite, come già accennato nel precedente articolo sono Miami e Boston ma le loro avversarie, rispettivamente Indiana e Philadelphia, non ne vogliono sapere di abbandonare così presto la scena.
E' così che entrambe le serie, dopo quattro gare, sono in perfetta parità: 2-2.
Ma andiamo ad analizzare il dettaglio delle due sfide:
Miami Heat - Indiana Pacers
Dopo la vittoria in gara 1, i Miami Heat sono stati sorpresi in gara 2 dai Pacers che hanno impattato la serie vincendo 78-75 in casa di Lebron e Wade.
Miami ha chiuso la prima metà di gara avanti 38-33, ma è stato il terzo quarto la chiave della gara. Indiana ha infatti preso il largo vincendo 28-19 e arrivando all'ultimo intervallo avanti 61-52. Nell'ultimo quarto Miami ha reagito ed ha rimesso la testa avanti a 4'11" dalla fine.
Ma è stata l'illusione di un momento perché i Pacers hanno subito ripreso il comando e sono riusciti a portare a casa una vittoria importantissima.
Da sottolineare i parecchi errori ai liberi negli ultimi tre minuti: per Miami pesano soprattutto i due errori di James sul 77-75 a una cinquantina di secondi dalla fine.
Per i Pacers, l'errore di George Hill sul secondo libero ha dato la possibilità a Miami di tentare il tiro del pareggio con Chalmers che ha però fallito la tripla negli ultimi secondi.
Per gara 3, la serie si trasferisce ad Indianapolis dove i padroni di casa partono subito forte (7-0 dopo 2 minuti e mezzo) ma vengono ripresi dagli Heat e a metà gara la situazione è in perfetta parità a quota 43.
E' ancora una volta il terzo quarto ad essere decisivo: anche stavolta i Pacers prendono il largo e chiudono il parziale sul 69 a 55 (grazie ad un parziale di 26 a 12).
Da qui in poi non c'è più storia e i padroni di casa dilagano chiudendo a più 19 (94-75).
La difesa di Indiana ha fatto il suo bel lavoro e l'assenza ingiustificata di Wade (solo 5 punti con 2 su 13 al tiro oltre che un diverbio con coach spoelstra ripreso dalle telecamere durante un timeout) ha fatto il resto.
Chalmers ha provato a sostituire il numero 3 degli Heat a livello offensivo, chiudendo con 25 punti (22 per James) ma, complice anche l'assenza del "terzo violino" Bosh, Miami ha perso malamente.
Gara 4 si presenta come una gara quasi decisiva per gli Heat che non possono più sbagliare. Una sconfitta vorrebbe dire 3-1 Pacers e sogni di gloria compromessi.
I Pacers partono ancora alla grande (9-0 dopo 3 minuti e mezzo) e poi vengono nuovamente ripresi da Miami. Nel primo quarto però Wade continua a far registrare cifre negative (0 punti con 0 su 3 al tiro e 1 rimbalzo) e la situazione per Miami non sembra rosea, anche perché dall'altra parte c'è una squadra solida che va a segno con più giocatori.
Nel secondo quarto la musica non cambia molto con Wade che mette a segno i suoi primi punti ma chiude metà gara con soli 8 punti frutto di un 3 su 10 al tiro (compresa una bomba) e 1 su 3 ai liberi.
E' ancora una volta il terzo quarto a recitare un ruolo da protagonista: stavolta sono i Miami Heat che prendono il sopravvento guidati da James e da un redivivo Wade.
Per le due star, 14 punti a testa e parziale del terzo quarto vinto per 30 a 16 (gli atlri due punti sono due liberi di Haslem a fine primo quarto che chiudono una serie di 38 punti consecutivi della ditta Wade&James, contando anche il secondo quarto).
E' ora Miami a condurre 76-70 e da questo momento in poi Indiana non metterà più avanti la testa fino allo scadere.
Alla fine il tabellino cita: 40 punti James, 30 Wade, 14 Haslem per il 101-93 finale. Per Indiana, i vari Granger, George e Collison provano a ricucire lo strappo nell'ultimo quarto, non andando oltre il -1.
La serie torna ora a Miami per gara 5, ennesimo episodio di una serie molto interessante. Il tema principale delle prossime uscite sarà il confronto tra l'attacco degli Heat e la difesa dei Pacers. In gara 3 e in metà gara 4, è stata la seconda ad avere il sopravvento ma poi è stato l'attacco di Miami ad avere la meglio.
Cosa succederà in gara 5? Miami resta favorita ma dovrà sudare ancora per poter approdare alle finali di conference. Indiana ha già dimostrato di saper vincere anche in Florida, quindi tutto è ancora possibile.
Boston Celtics - Philadelphia 76ers
Questa serie mette in scena una delle rivalità più sentite nell'NBA e gara 1 ha dimostrato quanto sia equilibrata questa sfida.
In gara 2, Boston parte con il piede sull'acceleratore (9-0 dopo due minuti, 15-8 a metà quarto) ma Philadelphia inizia a rispondere e la gara diventa un continuo batti e ribatti fino all'intervallo che i biancoverdi chiudono avanti 38-36.
Nel terzo quarto i Sixers piazzano un parziale di 10-0 e si portano sul 57-47 ad un minuto e venti dall'ultimo intervallo.
Ma Boston non ci sta e con due triple di Pietrus e una schiacciata di Bradley accorcia le distanze, riuscendo a pareggiare, a 4'33" dalla sirena, dopo due canestri consecutivi di Garnett.
Evan Turner realizza 6 punti e permette ai suoi di reggere all'urto delle triple di Bradley e Ray Allen (una tripla anche per il play di Phila, Jrue Holiday) mantenendo tre punti di vantaggio a 12" dalla fine.
I Sixers sono precisi ai liberi e le triple di Allen, prima, e Garnett, allo scadere, possono solo accorciare la distanza ma non permettono ai Celtics di pareggiare né tantomeno di vincere.
Gara sottotono anche per Paul Pierce che chiude con soli 7 punti, una delle sue peggiori prestazioni offensive di sempre.
In gara 3 ci si sposta a Philadelphia. I padroni di casa partono bene (5-0 e poi ancora 10-4 dopo quattro minuti), Boston reagisce ma ad inizio secondo quarto i Sixers toccano il più 7 (massimo vantaggio) sul 35-28.
I Celtics, guidati da Garnett e Rondo (e aiutati anche da un paio di triple di Pietrus) prendono il largo chiudendo 60-49 all'intervallo.
Philadelphia non si riprende più e Boston continua a martellare: 89-66 a fine terzo quarto, massimo vantaggio per i Celtics, 107-91 a fine gara.
Gara 4 inizia come era finita gara 3: Boston parte con un 14 a 0 che sembra tagliare le gambe a Philadelphia.
Il primo quarto termina 24-12 con Bass e Pierce in evidenza (10 e 7 punti rispettivamente).
Nel secondo quarto la musica non cambia e i Celtics chiudono avanti 46-31.
Boston tocca anche il +18 ma è da qui che Philadelphia inizia la sua incredibile rimonta. Louis Williams guida i suoi fino al meno tre nel terzo quarto, che si chiuderà sul 63-59, complice Paul Pierce che piazza un paio di triple per tenere a distanza i Sixers.
Ma la musica ormai è cambiata e, dopo poco più di un minuto di gioco del terzo quarto, Philadelphia pareggia grazie a Young, autore di quattro punti consecutivi. Poi, dopo due liberi di Pietrus, è una tripla di Jodie Meeks a regalare ai Sixers il primo vantaggio della gara.
Boston ributta la testa avanti grazie alle sue quattro star ma è Iguodala che con una tripla pareggia nuovamente a quota 79 e poi guida i suoi con altri 5 punti nel parziale di 9-4 che vale l'88-83 Sixers a 37" dalla fine.
I Celtics, dopo aver realizzato l'ultimo canestro con Rondo a 1'38" dalla fine (per l'83 pari), non segnano più e ai Sixers basta la precisione di Meeks dalla lunetta (4 su 4) per vincere 92-83 e tornare a Boston sul 2 pari.
Un dato che spicca subito all'occhio è il calo di rendimento di Kevin Garnett in gara 4. Dopo aver tenuto una media di poco superiore ai 23 punti e averci aggiunto 12 rimbalzi nelle prime tre uscite, per "the big ticket" il bottino in gara 4 cita solamente 9 punti (seppur con 11 rimbalzi) e soprattutto un eloquente 3 su 12 al tiro.
Per avere la meglio di questi Sixers ai Celtics servirà il Kevin Garnett delle prime tre uscite. I Sixers dalla loro giocano consapevoli di poter battagliare alla pari con questi Celtics e dovranno sfruttare la loro gioventù e la loro abilità difensiva per portare a casa un risultato che alla vigilia dei playoff sembrava soltanto un miraggio e che ora è distante "solo" due vittorie.