pantani si lamentava perche' non era stato scaltro come un armstrong o magari un indurain del quale nessuno parla ma sicuramente non andava a pane ed acqua.poi non ho voglia e tempo di parlare di queste cose ma ricordo benissimo il processo e i dati inequivocabili secondo il quale nessun essere umano poteeva avere i valori di pantani se non in maniera artificiosa.a me basta la dichiarazione del medico che curo' pantani dopo incidente milano -torino secondo il quale aveva preso sostanze dopanti.interessante questo articolo corriere del 2000
Al processo la testimonianza del primario del Cto Un medico: «Pantani prese l' Epo in ospedale» FORLÌ - Nel giorno in cui Marco Pantani dichiara: «Quello che mi riesce difficile accettare è che, pur non essendo mai stato implicato in un caso di doping, sto subendo un processo penale. Sono diventato il simbolo del doping e non esiste un solo esame in cui risulta che sono risultato positivo», nel Tribunale di Forlì scoppia una nuova bomba. Riguarda sempre il sangue dello scalatore romagnolo, ma a innescare il detonatore non è uno degli ematologhi che hanno deposto nelle udienze precedenti, bensì il primario ortopedico del Cto di Torino. Alla domanda del giudice Luisa Del Bianco: «È ipotizzabile che qualcuno abbia somministrato Epo a Pantani a insaputa della struttura ospedaliera?», il primario della terza divisione del Cto, professor Massimo Cartasegna, ha risposto: «Sì, e mi spiace ammetterlo». È questo il nuovo colpo di scena di un processo che fin dalle prime battute si è incanalato in un certo modo, tanto che i difensori di Pantani, Insolera e Guazzaloca, avevano chiesto la ricusazione del giudice che, in una dichiarazione, aveva di fatto anticipato il suo giudizio. L' impianto accusatorio mira a dimostrare che Marco Pantani, vittima di un gravissimo incidente nell' ottobre 1995 alla Milano-Torino assunse Epo, da qui il capo di imputazione di frode sportiva, perché al momento del ricovero in ospedale il valore del suo ematocrito era 60,1. Il professor Tura, perito del Pirata, ha cercato di spiegare questo dato con una serie di osservazioni scientifiche. Ma ecco che adesso il problema del sangue ballerino di Marco Pantani investe un arco maggiore di giorni. Il primario del Cto, infatti, nella fase delle indagini preliminari aveva parlato anche di due uomini che si presentarono come medici sociali della squadra del romagnolo che seguirono ogni momento della degenza del Pirata e anche del «fenomeno inibitore feed back», cioè quando l' organismo di una persona cessa o riduce la capacità di produrre normalmente un ormone, quando questo per un lungo periodo è stato stimolato chimicamente. Sempre secondo Cartasegna la degenza del Pirata dopo l' intervento fu quanto meno tribolata. Ha parlato «di problemi di sangue strani» al momento del ricovero, poi nei giorni successivi si presentò il problema dell' anemizzazione: un progressivo crollo di globuli rossi ed ematocrito, che il 22 ottobre (4 giorni dopo il ricovero e l' intervento alla gamba) scese a 20, poi, il giorno 25, arrivò a 16, un valore preoccupante. Ieri Cartasegna ha confermato quanto aveva detto un anno fa durante le indagini, e cioè che chiese ai due medici sociali se Pantani aveva fatto uso di Epo. I due «tergiversarono, non dissero né sì, né no». La stessa domanda la fece a Pantani che «al pari dei medici sociali non disse né sì e né no». Il 25 ottobre a Pantani venne fatta la trasfusione di due sacche ematiche: «Dal giorno dopo migliorò». L' udienza di ieri è servita anche a chiarire i dubbi da dove fossero stati tratti i dati ematochimici (cioè sodio, potassio e calcio nel sangue) del Pirata dopo l' incidente, sui quali si gioca parte della battaglia dei dati tra consulenti dell' accusa e della difesa. Per i primi si trattò di valori normali e quindi non compatibili con la tesi della disidratazione indicata dalla difesa, insieme ad altro, per giustificare l' ematocrito a 60,1 su cui si basa l' imputazione. Ieri è stato confermato che il referto delle analisi ematochimiche era in realtà nella cartella clinica. Però il giudice non ha accolto la richiesta della difesa di ascoltare la dottoressa che ha firmato il referto. Il processo riprenderà l' 11 dicembre. Intanto, dalla Sicilia, Beppe Martinelli ha fatto conoscere la sua opinione: «All' epoca ero direttore sportivo della Carrera. Non vorrei che il professor Cartasegna si fosse risentito del fatto che io avrei voluto far operare Marco dal professor Terragnoli, ortopedico di fiducia della Carrera, che poi seguì il decorso postoperatorio».