Bandiera di chi? Forse Jordan non è andato ai Wizards? Barkley non ha girato 3-4 squadre? Chamberlain non finì con la stessa squadra neanche lui.
L'idea di "bandiera" è un'idea oramai nello sport superata. Con l'avvento della free-agency che è stata una GRANDE conquista per lo sport, non capisco perchè dobbiamo chiedere a determinati atleti atteggiamenti anacronistici. Continuo a non capirlo.
Come chiedere a Mayweather o ai Klitschko di allenarsi senza integratori o diete proteiche perchè "Una volta si faceva così".
Il mondo è cambiato, e non per forza in peggio. Forse noi non siamo ancora pronti ad ammettere che in ognuno di noi c'è una parte "all'antica". Ed è bene che ci sia. Non va IMO bene quando questa parte di noi richiede cose de-facto impossibili agli altri.
Ognuno di noi ha le sue fissazioni-anacronismi. Però ognuno se le tiene per sè. Chiedere in un mondo dove il mio PIerce ha cambiato altre 2 squadre dopo i Celtics, dove Nowitzki è sì una bandiera ma con UN SOLO ANELLO......chiedere a James di restare per soddisfare parte del nostro ego che ancora vuole le cose "romantiche"....è semplicemente assurdo.
L'esempio che porti relativamente alle diete e agli integratori non mi pare molto calzante con il discorso che stavamo facendo. Come dicono gli americani è un po' come sommare le mele con le arance.
Gli esempi che hai fatto di Jordan e di altri giocatori hanno quasi tutti una caratteristica in comune: giocatori che hanno cambiato squadra a fine della loro carriera.
E' vero Jordan ha giocato nei Wizard ma per tutti sarà sempre un Bull, Montana ha finito la carriera ai Chiefs ma sarà sempre uno dei 49ers, lo stesso dicasi per Jerry Rice che ha giocato un SB con gli odiati Raiders o per Favre che sarà sempre un Packer nonostante abbia giocato anche per i Vikijngs.
Spesso questi piccoli/grandi tradimenti sortivi si consumano perché esattamente come per le grandi storie d'amore difficilmente entrambe le parti sono d'accordo nel finire una storia. C'è sempre qualcuno che vuole troncare e l'altro che subisce questa decisione.
Montana sentiva di aver ancora qualcosa da dare mentre i 49ers avevano già deciso di affidare la squadra a Young, lo stesso dicasi per Favre e i packers e potrei andare avanti con altri esempi.
Quello che invece fu atipico nella rottura tra James e i Cavs è che il divorzio avvenne con Cleveland che disperatamente cercava di trattenerlo e con un giocatore che non lasciava a fine carriera ma se mai all'apice della stessa.
LeBron avrà sempre il mio rispetto perché non ha scelto Miami per soldi ma perché animato dal desiderio di vincere e di essere il migliore. Non puoi non rispettare queste motivazioni.
Quello che fa un po' fece specie di quello strappo fu un po' tutto il contesto. James non era un giocatore qualsiasi, era Il GIOCATORE e soprattutto un ragazzo nato e cresciuto in Ohio dove era diventato un super star già a livello di high school.
Il destino ha pure voluto che questo figlio dell'Ohio finisse proprio nella sua Cleveland, che sportivamente è una città anche un po' sfigata.
Poteva non solo essere un grande giocatore ma ribaltare le sorti, il karma di quella franchigia, mentre ad un certo punto ha deciso di cambiare rotta e di firmare per gli Heat.
Mossa assolutamente legittima e da rispettare ma lo sport non è un per me un business come tutti gli altri dove i grandi manager passano da una grande company all'altra animati solo dal desiderio di carriera e prestigio. Lo sport è un qualcosa che tocca le emozioni e i sogni delle persone ed è proprio per questo che è in grado di appassionare così tanto a tutte le latitudini del mondo.
Per questo pur rispettando le scelte di James, avrei preferito allora un epilogo diverso.