Che tu sia per me il coltello - David Grossman“In un gruppo di persone, un uomo vede una donna sconosciuta che con un gesto quasi impercettibile - si stringe nelle braccia - sembra volersi isolare dagli altri. E' un gesto che lo commuove e lui, Yair, le scrive una lettera, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo, ma esclusivamente epistolare.
Più che una proposta è un'implorazione, e Myriam ne resta colpita, forse un poco sedotta. Accetta anche se spera di trasformare le parole in fatti, perché quella in cui lei crede è un'intimità assoluta. Un mondo privato si crea così fra loro, ognuno dei due offre all'altro ciò che mai avrebbe osato dare ad alcuno, e in questo processo di svelamento Yair e Myriam scoprono l'importanza dell'immaginazione nei rapporti umani, e la sensualità che si nasconde nelle parole”.
Affascinante preambolo mi sono detto, e così ho iniziato la lettura di quest'opera di David Grossman.
Il titolo è ispirato a “Lettere a Milena” di Franz Kafka, in cui quest'ultimo scrive: "E forse non è vero amore se dico che tu mi sei la cosa più cara; amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso".
Il romanzo, di struttura epistolare, è la corrispondenza tra due sconosciuti (un uomo e una donna, entrambi sposati) … ma non aspettatevi il tipico “botta e risposta”, una pagina dietro l'altra, questo libro è una cosa diversa.
Il tutto parte da Yair; personaggio strano, complesso, fragile, forse pazzo (malato?), perverso, infantile, che vuole entrare nell'universo di una donna sconosciuta, vista, per la sola ed unica volta, nel gesto di incrociare le braccia. Per farlo si apre a lei, raccontando, nelle proprie lettere, le proprie paure e le proprie speranze … inconsciamente (o di proposito) chiede aiuto. Personaggio forse antipatico ed egoista: appena si accorge dei turbamenti che va a creare …
L'altro personaggio è Myriam, che incuriosita, forse lusingata dalla proposta ricevuta, risponde a Yair. Una donna che soffre, che ha molto sofferto, che in questo rapporto epistolare cerca, forse trova, la (sola) via d'uscita da una realtà difficile; si crea un mondo irreale, non fantastico perché impossibile (o forse sì), ma semplicemente un mondo che non è il suo.
Y e M, fondamentalmente soli e stanchi, decidono così di darsi “in pasto” ad un destinatario sconosciuto, forse anche per sentirsi lontani dai cliché della società che li circonda ... anche questa è un'ancora di salvezza.
La prima regola di questo gioco (ora la chiamo così) è che i due non dovranno mai incontrarsi … ci riusciranno? (mi vengono in mente i “rapporti” tramite chat dei giorni nostri).
E' una storia d'amore? Personalmente non lo so ... o forse dipende da cosa si vuole intendere con la parola amore, almeno in questo libro.
Il finale non è per niente scontato, anzi. Forse è tragico (non posso dirvi il perché). Sicuramente è aperto, proprio come in un bel film.
O più semplicemente, forse, sono io a non aver capito niente.
Non è un libro facile, anzi spesso lento e noioso, sembra non avere un filo logico, forse è poco realistico. Credo sia uno di quei libri che ami oppure odi, e che spesso abbandoni dopo 30 pagine.
Scusate: mi sa che ho usato troppi “forse”!
Lo rileggerei? No
Mi ha colpito? Si
Mi è piaciuto? devo ancora capirlo