WESTERN CONFERENCE – 09.05.2012 – 18.05.2012
I Lakers e Clippers sono due squadre che hanno storie, tradizioni, e fans completamente diversi ma condividono almeno una caratteristica: amano i drammi. Entrambe le squadre sono maestre nel rendete complicata qualsiasi easy task. Entrambe sopra 3-1 al primo turno, i Clips peraltro inaspettatamente, ed entrambe sono dovute arrivate sino a gara 7 per accedere al secondo turno e affondare i riposatissimi Spurs e Thunder.
La serie più emozionante delle due sopra citate è stato sicuramente Memphis-Clips, sia per la fisicità che i Grizzlies hanno imposto nella serie sia per i finali di gara al cardiopalma. L’unica gara veramente mai in discussione è stata gara 5 dove i Grizzlies sono partiti a razzo chiudendo il primo quarto 36 a 22 e non si sono più guardati indietro.
Gara 6 ha rispettato l’andamento rapsodico della serie con diverse alternanze al comando della partita. I Grizzlies, anche in questo caso, sono partiti fortissimi chiudendo il primo quarto a più nove ma i Clips hanno rimontato fino ad arrivare al quarto finale punto a punto. La partita è stata decisa, inaspettatamente visto il rendimento scostante, da un paio di giocate decisive di Conley Jr. L’ex Ohio State ha segnato 5 punti di fila compresa una bomba con mano in faccia che ha sicuramente segnato la partita. Z-Bo è stato dominante nel secondo tempo, ed ha chiuso la gara con una sontuosa doppia doppia da 18+16. L’ex di turno, sfortunatamente per i Grizzlies, si è dimostrato ancora ben lontano dal 100%. Zach, nonostante la innata capacità di conquistare rimbalzi offensivi, appoggiando il corpo sull’avversario e l’enorme arsenale offensivo è apparso in evidenti difficoltà fisiche durante la serie. Uno Z-Bo al 100% avrebbe cambiato radicalmente l’esito finale della serie. Gara 7 è stata un gara di nervi dove alla fine ha vinto chi, pur sbagliando tantissimo, ha infilato un paio di canestri in più. La gara è arrivata in parità sino al quarto finale ma Memphis non ha potuto superare il 6-36 (16,6 %) prodotto dal trio Conley Jr, Z-Bo, Mayo. Griffin e Butler hanno emulato le orribili prestazioni del summenzionato trio ma la panchina dei Clips, sempre inferiore a quella di Memphis, ha giocato un ruolo deciso. Il quartetto Martin, Young, Bledsoe e Williams hanno fornito un apporto decisivo, realizzando la metà dei punti totali dei Clips (41 su 82) con K-Mart autore di 11 punti, 10 rimbalzi (di cui 4 offensivi) e 2 stoppate.
Anche i cugini gialloviola sono approdati al turno successivo. Li avevamo lasciati avanti 3-2 nella serie in attesa di gara 6 in trasferta a Denver. I Lakers sono stati orrendi durante tutta la regular season lontano dallo Staples e in gara 6 hanno confermato il trend. Un grandissimo problema per i lacustri continua a essere la marcatura della pg avversaria. Nonostante l’ingresso di Sessions al posto del veterano Fisher non si sono ancora visti cambiamenti significativi. Lawson ha letteralmente fatto quello che voleva, segnando il suo career high nei playoff con 32 punti in soli 30 minuti e Brewer ha fornito un sostanzioso ed efficace apporto dalla panca (18 punti con 8-12). Imbarazzante sulla sponda Lakers la prestazione di Gasol, 1-10 dal campo, 3 punti e 3 rimbalzi. Nonostante lo straordinario recupero da 1-3 a 3-3, prima di gara 7 allo Staples Center nessuno pensava che i Nuggets avrebbero potuto battere in trasferta una squadra esperta ed abituata a questo tipo di pressione come i Lakers. E così è stato! Lawson, Afflalo e Harrington hanno tenuto i Nuggets in linea per la vittoria sino al terzo quarto ma non è bastato. Gasol ha cancellato in 48 minuti tutte le critiche ricevute poche ore prima, giocando una partita superba (migliore dei suoi con 23 punti, 17 rimbalzi e 6 assits). Sotto canestro i due 7 piedi dei Lakers dominato, catturando addirittura 20 rimbalzi offensivi in due. Sulla sponda Denver, drammatica serata per il nostro Danilo che buca in maniera clamorosa la prima grande sfida playoff della sua carriera chiudendo con un misero 1-9 dal campo.
Dopo essere, faticosamente, approdate alle semifinali le due squadre di L.A. stanno affrontando le due migliori franchigie a Ovest. Al momento gli Spurs stanno conducendo 2-0 nei confronti dei Clippers dando la netta impressione di non aver mai dovuto spingere sull’acceleratore per portare a casa la vittoria come dimostra lo scarto medio di 16,5 punti a partita. Paul sta soffrendo la marcatura di Parker e l’organizzatissima difesa dei Clips. Le prime due gare dell’ex Nola sono state disastrose, sia dal punto di vista offensivo che difensivo. In gara due Parker, che festeggiava 30 anni nella serata, ha letteralmente preso possesso del palcoscenico penetrando la difesa dei velieri a piacimento. La serie non sembra che abbia molto da offrire, troppo grande il gap tra le due squadre.
Nell’altra semifinale le cose invece sono molto più interessanti. Nonostante la serie abbia apparentemente rispettato il fattore campo sino ad ora, 2-1 Thunder, gara 2 e 3 sono stati decisi nei secondi finali e sarebbero potuto andare in un senso o nell’altro. Evitiamo di commentare gara 1 dove i Lakers sono arrivati senza energie dopo le 7 gare con Denver e non sono mai stati in partita anche sotto di trenta. Ma gara due, solo 48 ore dopo il blow out di gara 1, è stata completamente diversa. I Lakers si sono ritrovati avanti a due minuti dalla fine quando, uno dei migliori closer della storia, ha iniziato a fare giocate da giocatore di C.S.I. Per iniziare si è fatto rubare la palla cercando di effettuare un passaggio molto pigro ad un compagno fuori dall’arco dei tre punti, poi ha sbagliato 2 tiri in attacco. Negli ultimi 6 minuti Kobe ha fatto 0-6 dal campo con 1 persa e un fallo. Nonostante ciò i Lakers hanno avuto la possibilità di portare a casa gara 2 sulla rimessa finale. World Peace ha trovato Blake nell’angolo libero per un buon tiro ma il n. 5 gialloviola non è riuscito a realizzare. Gara 3 allo Staples è stata altrettanto emozionante. I Lakers hanno tentato subito la fuga grazie ad un avvio fulmineo (16-4) costringendo coach Brooks a cambiare le carte in tavola. Fuori Westbrook, il cui apporto difensivo rimane sospetto, e dentro il veterano Fisher per quasi tutto il primo quarto. OKC è lentamente rientrata soprattutto grazie alle penetrazioni a difesa schierata di James Harden e i Thunder sono andati a riposo all’intervallo sotto solo di 3 punti. I Thunder hanno provato ad allungare nel terzo periodo ancora grazie ad Harden autore di un passaggio tutto campo a Durant per un easy lay up e poi nell’azione successiva abile a rubare il pallone a metà campo a Gasol ed a punire i Lakers da oltre l’arco. I Lakers, comunque, non hanno mollato e la partita si è decisa negli ultimi minuti dalla lunetta. Serata strepitosa per i lacustri dalla linea della carità, sia per percentuale realizzativa (97,6%) sia per il numero totale dei liberi concessi da una terna arbitrale un generosa con la squadra di casa (42). La gestione del possesso, probabilmente, decisivo dei Thunder, conclusasi con uno scarico a Ibaka per un tiro in fade contestato dai 5 metri non è parsa esattamente una scelta brillante. OKC deve capire in fretta cosa non ha funzionato se non si vuole ritrovare tra 24 ore (si ci sono i back to back anche nei playoff) sul 2-2. Sicuramente la partita ha confermato un dato arcinoto, e cioè come OKC non possa contare minimamente sui suoi lunghi per un contributo offensivo spalle a canestro e il solamente Ibaka possa pungere da 5 metri, con il jumper frontale o dalla linea di fondo.