SHANGHAI (Cina), 10 novembre 2007 - Non era mai accaduto in passato. La Atp ha squalificato il tennista italiano Alessio Di Mauro per 9 mesi e gli ha inflitto una multa di 60mila dollari, pari a 40mila euro circa. È il verdetto emesso oggi dall'organismo anti-corruzione del circuito pro del tennis. L'atleta siciliano è stato ritenuto colpevole di aver scommesso su alcuni match Atp tra il novembre 2006 e il giugno 2007. Di Mauro potrà tornare a giocare il 12 agosto 2008. Il siciliano è attualmente n°124 del ranking.
PASSIONE - Alessio Di Mauro, 30 anni, a febbraio di quest'anno era 68°, grazie alla prima finale importante, a Buenos Aires. Il mancino siracusano, che si è costruito nei tornei minori sulla terra rossa, "ha sempre avuto la passione per le scommesse sullo sport, soprattutto sul calcio", come puntualizzato dall'allenatore di sempre, Fabio Rizzo. "Non conosceva il divieto per un tennista di puntare sul suo sport e ha fatto la stupidaggine di scommettere anche sul tennis, ma comunque non sulle proprie partite e nemmeno sui tornei dove giocava. E parliamo di cifre molto basse, 10/15 euro alla volta, sul conto - in perdita - che Alessio aveva su un sito di scommesse on line come tanti colleghi". Rizzo teme, come l' ambiente, che Di Mauro divenga il facile capro espiatorio: "Sulle regole delle scommesse non sapevamo granché, e abbiamo commesso un errore, ma Alessio non ha mai barato".
PROVE - Lo stop di soli nove mesi, si legge nel comunicato Atp, si deve al fatto che "non ci sono state prove che il giocatore abbia scommesso sui propri incontri o che abbia cercato di influire sull'esito di qualsiasi altro match".
Secondo una mega-indagine, sarebbero 250 i tennisti titolari di conti di scommesse on line, italiani compresi. L' Atp sta vagliando tutte le posizioni, e probabilmente è già arrivata ad altre proposte di sanzioni. Ma, fino all'ultimo grado di giudizio, concede solo "no comment". Riccardo Piatti, il n°1 dei tecnici italiani, nonché guida del croato Ivan Ljubicic, presidente del consiglio dei tennisti professionisti, puntualizza: "Se è vero, mi dispiace per Di Mauro, che è un bravo ragazzo, ma le scommesse sono come il doping: alterano il risultato dello sport che premia solo la meritocrazia". Secondo Piatti, "Scotland Yard indaga sulle scommesse da un anno e mezzo. I giocatori sanno che non possono scommettere così come sanno tirare la palla sopra il net. Anche se il fenomeno è ben diverso dalle partite truccate". E Giancarlo Baccini della Fit dichiara all'agenzia Ansa: "Non è escluso, una volta che ci arriverà l'informativa Atp, che Di Mauro subisca anche sanzioni italiane".