Uh, dimenticavo. Qualche pagina indietro leggo Deltha che si lamenta. Chiede le "prove" degli illeciti e sostiene che la Juventus con questa stagione in Serie B ha subito danni enormi. Non so se ridere o piangere, ma vorrei capire una cosa da Deltha: sei cosciente che per il sistema tirato su dalla Juventus qualsiasi altro club (fatta eccezione per le milanesi, forse le romane e la fiorentina e il napoli) avrebbe avuto una botta di culo paurosa nel ricominciare dai dilettanti? Il sistema su cui poggiavano i presunti successi juventini era talmente impensabile da non essere neanche contemplato nel codice di giustizia sportiva. Ma perdio un po' di decenza...
Paxico ascolta
1) io quando leggo le stronzate che scrivi Rido , se a te va di piangere quando leggi le mie sei liberissimo...
2) presunti successi juventini ?? sistema tirato su ?? dilettanti ?? ma sai do cosa parli ?? o parli a cazzo ?? perchè così pare...
3) ma quando scrivi credi di essere il messia ??
cmq a te e huey consiglio una bella lettura di :
<<Juventus il processo farsa / Inchiesta verità su Calciopoli>>di Mario Pasta e Mario Sironi
Presentazione di Piero Ostellino e Christian Rocca
(Guerini e Associati, 2007 pagg. 144, 12,50 euro)
Dal 3 maggio in libreria il volume <<Juventus il processo farsa/ Inchiesta verità su Calciopoli>> (Guerini e Associati, pagg. 144, 12,50 euro) di Mario Pasta e Mario Sironi. Pasta, laureato in giurisprudenza, lavora per una azienda di credito. Sironi, laurea in economia, si occupa di finanza e private banking. I due autori si definiscono <<non addetti ai lavori>> ma semplicemente juventini. Il loro amore per la <<vecchia signora>> li ha spinti a scavare tra le carte del processo per capire perché la Juventus è stata retrocessa in serie B e privata di due scudetti dalla giustizia sportiva.
Gli autori hanno lavorato <<pressoché esclusivamente sui documenti ufficiali del processo alla Juventus>> e sostengono che <<la vicenda Juve passa attraverso
tre momenti cruciali, dalla cultura del sospetto, al processo mediatico, al processo in aula>>. <<Pasta e Sironi - scrivono due celebri giornalisti quali Piero Ostellino e Christian Rocca nell’introduzione - si sono letti la sentenza sportiva che ha condannato la Juventus alla serie B e hanno scoperto che al Bar dello Sport non avrebbero saputo fare di meglio. Il risultato della loro lettura è clamoroso, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche da quello giuridico e civile: la Juventus è stata condannata per non aver commesso il fatto, per non aver comprato né aggiustato né taroccato nessuna partita di campionato>>.
<<I giudici - scrivono ancora i due autorevoli giornalisti - hanno scritto che nel calcio italiano non c’era nessuna cupola, che il sistema Moggi era un’invenzione, che i sorteggi non erano truccati, che la balla delle ammonizioni mirate per favorire preventivamente la Juventus era, appunto, una balla. [...] Pasta e Sironi, leggendo la sentenza, hanno spiegato che l’illecito sportivo contestato alla Juventus non esisteva nei codici, ma che è stato creato ad hoc, trasformando geneticamente in illeciti sportivi tre comportamenti "di per sé", come dice il dispositivo, non configuranti l’illecito>>.
<<La tesi colpevolista della sentenza - spiegano i due giornalisti nell’introduzione al libro - è questa: i rapporti stretti tra i dirigenti della Juventus e i designatori arbitrali hanno creato "un’atmosfera inquinata, una insana temperie avvolgente il campionato di serie A" per cui sono state lese la terzietà, l’autonomia e l’indipendenza del settore arbitrale. [...] il problema è che questo reato nel codice sportivo non esiste>>. <<Nessuno conosce il contenuto, accertato in un processo che ha saltato a pie’ pari il dibattimento, oltre che un grado di giudizio, e che è cominciato direttamente con la formulazione delle richieste da parte del procuratore, come neanche in Unione Sovietica>>.
L’ultimo interrogativo venuto ai due giornalisti e agli autori del volume: perché la proprietà della Juventus non s’è difesa? <<C’è il sospetto concreto che il ruolo della Juventus in Calciopoli sia stato più dalla parte delle guardie che tra i ladri, che la proprietà volesse disfarsi di due dirigenti troppo intraprendenti che lavoravano a diluire il peso specifico di parte della famiglia Agnelli>>.