Da fonte ultrattendibile. L'ometto in questione sostiene di avere ottenuto uno sconto di 9 mesi su 24 di squalifica (in realtà non è proprio uno sconto, è una sospensione) perché ha detto agli inquirenti (Padova e Coni) quali metodi dopanti ha visto negli ultimi anni e quali metodi gli hanno proposto.
In pratica è come se un pentito di mafia evita pure di mettere piede in tribunale e si fa spesare vita natural durante dallo stato per avere rivelato che, udite udite, la mafia esiste e contagia il mondo della politica e quello della finanza.
In realtà Di Luca da qualche tempo ha sputtanato und smerdato un po' chiunque. Tutti gli arresti scattati da Padova e le convocazioni sono frutto di soffiate di questo soggetto al quale il tribunale del Coni non ha chiesto di ammettere finalmente l'evidenza, ovvero che la squalifica ricevuta per essersi fatto di Cera al Giro era sacrosanta. Insomma il Coni non si è cautelato, a verbale non c'è una mazza in merito ad ammissioni di Di Luca. Il quale, come ha fatto capire già oggi, presto o tardi rilascerà qualche fantastica intervista per dirsi estraneo al doping. Pur essendo uber-recidivo. Oltre a questo aspetto grottesco c'è un altro paio di cose. La prima è che pare che Di Luca abbia fatto il nome di uno già pizzicato ex vincitore del Giro d'Italia
La seconda è che l'avvocato che lo ha difeso davanti al Coni e che gli ha fatto prendere uno sconto di 9 mesi (contro i 6 chiesti) a Di Luca è stato indicato proprio dalla Procura di Padova. Di Luca si becca lo sconto e appena uscito dall'aula del Coni si fa chiamare da Sky e dopo avere annunciato di puntare a Giro e classiche ci racconta subito che Torri non ha capito un cazzo perché la maggior parte di quelli che vincono vince senza doping. Insomma, un intreccio di controsmerdate da far cadere le braccia a chiunque.
Il Killer di Spoltore