LA VITTORIA DI AVIANO
Breve premessa. Purtroppo allora non ero ancora dentro al team e non ho potuto assistere dal vero alla partita quello che riporto, l’ho dedotto da scritti di allora, ed anche la cronaca come visto è alquanto frammentaria, ma visto che sono stato sollecitato a mettere qualche aneddoto, questo mi sembra uno dei più adatti e succulento.
Il 19 settembre 1982, è stata e sarà sempre una data storica per tutti noi Giaguari, di ieri di oggi, e di sempre. Fu un grosso colpo per tutti. Per la squadra americana sconfitta, gli Aviano Eagles, per gli increduli giornalisti, specie quelli statunitensi, di Stars and Stripes il giornale delle forze armate ,che definì l’evento uno sconvolgente sovvertimento di pronostico ed anche per le pressioni la squadra si dovette ritirare per la vergogna dal torneo Basi Nato. Per i Giaguari che concretizzarono con un risultato così clamoroso il loro lavoro di anni.
Era iniziata male la trasferta di Aviano. Molti giocatori mancavano all’appello, alcuni seriamente infortunati. Tra tutti spiccava l’assenza di PierGiorgio Orla, il velocissimo flanker,runner ed in seguito qb. Decimati, sfavoriti, ma non spacciati i Torinesi scesero in campo con una determinazione che era mancata altre volte.
Al primo possesso di palla i Giaguari chiudevano subito il down di corsa di 10 yards. Ma era solo un avvertimento,che peraltro la difesa degli Eagles non prendeva troppo sul serio. Costretti comunque al punt i gialloneri, in difesa contenevano bene le sfuriate americane.
Dopo dieci minuti di gioco, ottenevano di nuovo il possesso di palla. Coppa ,sceglieva uno screen pass per Berini che scattava e percorreva di potenza come suo solito 75 yards per segnare uno dei TD più belli della sua luminosa carriera. La trasformazione da due punti di Agresti fissava fra lo stupore generale soprattutto degli americani lo score sullo 0 a 8
La reazione americana fu contenuta alla grande dalla difesa torinese. Il monumentale Giorgio Costa e Cesare Beldi attuale coach del team giovanile come ends, Elia e Marchetto come tackles costituivano la linea, mentre tra i linebackers e secondarie spiccavano Valperga, Berzaghi, Biscotti, Pelle, Rolle e Giletta; piccato ne era il coordinatore.
Quando ormai il secondo quarto volgeva al termine gli Eagles conducevano una buona marcia offensiva, coronata in una corsa di 3 yards in touch down. L’azione cruciale di tutto il match avveniva quando Rolle bloccava il tentativo di trasformazione da due su corsa tentato dai ringalluzziti padroni di casa per impattare la partita e poi continuare così.
L’entusiasmo, non fece perdere la giusta concentrazione necessaria a contrastare gli americani nel secondo tempo, ed il terzo e gran parte dell’ultimo quarto vedevano ben pochi primi downs chiusi da entrambe le parti. Se i nostri difensori avevano ben chiuso le maglie del loro schieramento, non da meno furono gli Eagles. Gli Eagles cominciarono a pensare di potersi contentare di un field goal per vincere comunque senza gloria quella gara in cui erano strafavoriti. Uno lo sbagliarono loro, ma ben altri due furono magnificamente bloccati da Marchetto e Berzaghi, dopo che la difesa aveva bloccato ogni tentativo di corsa.
Sul finire il qb degli Eagles,prendeva a lanciare ripetutamente nella disperata ricerca del passaggio risolutore, ma senza costrutto un po’ per sua imprecisione ma molto per la pressione e le giuste coperture giallonere. Tutto aveva funzionato alla perfezione, ogni reparto, ogni giocatore. Il coach e coordinatore dell’attacco lo statunitense Bill Young, sino ad allora poco conosciuto nella sua stessa base, salì agli onori della cronaca ed in seguito conteso da più squadre. Non mancheranno in seguito ad altre realtà ,compresa la nazionale italiana di imporsi ad una squadra americana,anche tecnicamente più forte di quelle militari, comunque il piacere di essere stati i primi, lo abbiamo assaporato noi e nessuno potrà togliercelo.