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« Risposta #6780 il: Marzo 13, 2012, 02:10:32 pm »
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« Risposta #6781 il: Marzo 14, 2012, 05:52:40 pm »
Perfino il NY Times se ne e' accorto, e non e' certo la gazzetta del quartiere come il NY Post:

http://www.nytimes.com/2012/03/14/sports/basketball/anthonys-return-has-hurt-the-knicks.html?_r=1

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« Risposta #6782 il: Marzo 15, 2012, 11:09:27 am »
Maybe there's a big-name coach out there who can bring out the best in Carmelo Anthony and the New York Knicks.

Mike D'Antoni decided Wednesday he wasn't that guy. And so, he resigned, surprising even his bosses.

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Offline sbiri

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« Risposta #6783 il: Marzo 15, 2012, 02:58:39 pm »
il solito "progetto" Knicks

un casino dietro l'altro

tra l'altro d'antoni ha voluto fortissimamente amare, gli ha fatto avere il contrattone da 100 milioni, poi gli hanno preso melo e il progetto, che era già zoppo, è crollato del tutto

una gestione eccezionale

Offline A-Rod

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« Risposta #6784 il: Marzo 16, 2012, 02:43:35 pm »
Stuckey is averaging 25.8 points and shooting 60.8 percent over his last five games.


quando lo ha fatto il cinesino per 3/4 partite si parlava solo di lui.
ovunque.

 :okoks:

Offline Westwood

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« Risposta #6785 il: Marzo 16, 2012, 03:18:59 pm »
Stuckey is averaging 25.8 points and shooting 60.8 percent over his last five games.


quando lo ha fatto il cinesino per 3/4 partite si parlava solo di lui.
ovunque.

 :okoks:

Stuckey un grande, il problema e' detroit: il cinesino senza carmela li ha fatti passare da non playoff a playoff, stuckey gli sta facendo solo peggiorare la posizione del draft, magari trovano un altro milicic, preso al posto di...si' proprio lui... :ahahah:

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« Risposta #6786 il: Marzo 16, 2012, 05:02:21 pm »
detroit è a sole 3 partite da new york e milwaukee.. :okoks: :okoks:

stuckey e monroe per quello che fanno in una squadra di mezzi giocatori come la nostra meriterebbero il triplo dei titoli del cinesino,ma non fa niente.

new york è new york..
 :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia:


senza contare cosa sta facendo jennings proprio a milwaukee....
anche li,nessuno se lo caga.
non è mezzo cinese e gioca a milwaukee.

pazienza
 :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia: :erpecoradellacia:

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« Risposta #6787 il: Marzo 16, 2012, 05:13:44 pm »
Ripeto, sono d'accordo e il fatto che Lin giochi a NY conta da un punto di vista media.

Ma ripeto, con Lin e senza Anthony NY da fuori playoff e' entrata nei playoff, e adesso e' di nuovo fuori.

Stuckey bravo ma Detroit non va ancora da nessuna parte, anzi come dicevi e' a 3 partite dai Knicks che sono precipitati nel frattempo.

Se detroit arriva al 7o o 8o posto a east nelle prossime 2 settimane vedrai i titoli che Stuckey comunque si merita.

Jennings grande, ma Milwaukee 8o posto solo perche' NY e Cleveland sono scese di colpi.

Cleveland, che con un rookie e Jamison a 36 anni fa meglio di detroit tra l'altro.

Ultima cosa: bisogna anche avere le palle. Lin e' stato buttato dentro al Garden e ha vinto, gli altri che giocano a Milwaukee o Detroit, al di la' dei 2-3 anni di esperienza in piu' di Lin non hanno certo le stesse pressioni addosso.

Lin non e' certo Nash o Kidd ma ha dimostrato di saper giocare smentendo tutti e soprattutto di avere le palle (piu' di carmela)

 :drinks:

Offline contedefa

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« Risposta #6788 il: Marzo 16, 2012, 09:53:24 pm »
WESTERN CONFERENCE 05.03.2012 – 11.03.2012

Trade or not trade? Questo è il dilemma con il quale la maggior parte delle pretendenti ad un posto nei playoff ad Ovest, e non solo, si stanno confrontando. Lakers, Clippers, Blazers, Rockets, Timberwolves, Dallas e Golden State sono tutte al centro di trattative di mercato. I Lakers continuano ad essere una squadra a due facce. Solidi in casa, sostenuti dal pubblico e con un Kobe solitamente ispirato e assolutamente imbarazzanti in trasferta. In settimana i gialloviola hanno perso a Detroit, arena non esattamente inespugnabile, dopo un supplementare e la sera dopo hanno raggiunto il punto più basso della loro stagione perdendo a Washington. Già la sconfitta in sé sarebbe stata imbarazzante visto il livello del team avversario e il basket, se si può chiamare tale, che esprimono i Wizards sul parquet ma il fatto che i Lakers siano riusciti a farsi rimontare da + 21 dopo l’intervallo ha reso il tutto veramente vergognoso. La squadra così come è strutturata non può arrivare fino in fondo ed è per questo che il front office losangelino è sempre in prima fila sul fronte trade. Una prima opzione potrebbe essere quella di lasciare intatto il nucleo aggiungendo Beasley via Minnesota, ma sembra che L.A. non gradisca questa ipotesi per problemi di luxury tax. A nostro avviso, cap a parte, la trade per Beasley non sposterebbe di un millimetro i problemi dei Lakers; infatti uno “scorer” con scarsa capacità di aprire il campo non incarna il prototipo del giocatore ideale quando giochi con due torri. Ad essere onesti, posto che una trade per Howard non sembra all’orizzonte, non si capisce perché i Lakers continuino ad intavolare conversazioni per Gasol con Houston e i soliti noti come contropartita. Scola e Martin non ci sembrano essere la soluzione ai problemi di L.A., se invece nella trade fosse inserito anche Dragic potrebbe forse valere la pena di farci un pensierino. Houston dal suo canto è alla ricerca disperata di un top player in post basso e probabilmente McHale, visti i suoi trascorsi nel ruolo, è il primo sostenitore di Gasol che potrebbe aiutare i Rockets in diversi aspetti del loro gioco offensivo. Oltretutto Houston si libererebbe di Martin con cui chiaramente McHale non si trova, cestisticamente, sulla stessa pagina. I Clippers sono l’altra squadra che ha un disperato bisogno di fare una trade per arrivare ad una shooting guard e avere serie possibilità in post season. A differenza dei cugini, i velieri avevano costruito una squadra abbastanza equilibrata e con poche falle durante l’autunno ma l’infortunio di Billups ha mandato alle ortiche tutti i loro piani. Dopo un primo momento in cui la squadra aveva tenuto abbastanza bene con Foye titolare e l’aumentato apporto offensivo di Mo Williams, i Clippers hanno iniziato a mostrare segni di netto cedimento. In settimana i losangelini hanno collezionato tre sconfitte (terza sconfitta consecutiva contro Minny in stagione, bestia nera dei velieri) a fronte di una sola vittoria e hanno ceduto il comando della Pacific Division ai Lakers.
I due nomi che sono stati linkati più frequentemente ai Clippers sono quelli di Ray Allen e Jamal Crawford. Entrambi i giocatori sarebbero un upgrade rispetto a Foye in guardia. Allen in generale è più completo, affidabile e difensore ma è chiaramente un’opzione a corto termine, mentre Jamal, pur con il suo noto bagaglio di issues, ha dalla sua parte l’età anagrafica e la possibilità di giocatore anche da play, ampliando le opzioni di coach Del Negro. Proprio la citata Portland è una delle squadre più attive sul fronte trade. I Blazers in crisi nerissima da un paio di settimane cercano di scambiare Felton o Crawford. In settimana la squadra della città delle rose ha chiuso con un bilancio in pareggio (2-2), non malvagio se si pensa al basket che la squadra sta esprimendo nell’ultimo periodo. In realtà uno sguardo più attento alle avversarie ci fa rilevare come le due vittorie siano maturate contro squadre cuscinetto come Nola e Washington mentre a Boston i Blazers abbiano rischiato di entrare nella storia dal lato sbagliato. Infatti i biancoverdi hanno scherzato con Portland trovandosi addirittura sul + 43 nel terzo quarto, prima di riversare in campo tutta la panchina e chiudere “solamente” 104 – 86. Anche per i Blazers le possibili trade Crawford/Bledsoe, Crawford/Ridnour (ora improbabile come diremo nel seguito) o Felton per altri giocatori di minor nomea non sembrano idonee a invertire la rotta della stagione. Certo, con uno spogliatoio tranquillo e una nuova unità di squadra, i Blazers possono esprimere un basket diverso ma la mancanza di un buon play e di un vero leader rimangono problemi sempre attuali. Sempre sul tema Crawford anche Minny sembrava parecchio interessata. Uno scambio Ridnour/Crawford avrebbe avuto molto senso per i T-Wolves che avrebbe colmato la grossa deficienza in shooting guard. Purtroppo per Minny il grave infortunio occorso a Rubio nella gara coi Lakers, stagione finita per lui e Olimpiadi andate, costringerà la squadra a tenere l’ex play di Oregon e ha trovare nuovi equilibrio in attacco. Senza Rubio Minny perde in spettacolarità e fluidità in attacco, ma la coppia sotto canestro (Love-Pekovic) e un ritrovato entusiasmo nell’ambiente potrebbe tenere in corsa i T-Wolves per l’ottavo posto ad Ovest sino alla fine.  Dallas e Golden State sono altre due squadre che per motivi diversi vorrebbero essere attive prima della deadline. I Mavs, anche se negano, stanno cercando di liberasi di Odom (vera delusione dell’anno) e alleggerire il cap, il tutto senza rafforzare una diretta contender. Golden State, fallito miseramente il piano Howard, e visti i miglioramenti del rookie  Klay Thompson sta shoppando in giro Monta cercando di accumulare talento sotto canestro per ricostruire la squadra sull’asse  play (Curry) – centro. Impresa quest’ultima non facilissima ma il GM dei Warriors è stato artefice di troppe rinascite (l’ultima con Memphis) per non concedergli almeno il beneficio del dubbio.

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« Risposta #6789 il: Marzo 18, 2012, 02:54:54 pm »
Eastern Conference 05.03.12 - 11.03.12

Ormai ci siamo. Mancano solo pochi giorni alla "trade deadline" fissata per giovedì 15 marzo. Al momento tutto tace e gli interrogativi restano i soliti: Howard va o resta? Boston affretterà il ringiovanimento cedendo qualche big? New Jersey troverà qualcuno di buono (Howard?) o perderà anche Deron Williams a fine anno? New York cederà una delle sue stelle per "sfoltire" la gestione palla magari prendendo un play di primo livello?
Settimana prossima tutto sarà chiaro, almeno per quello che riguarda la stagione in corso.
Nel frattempo diamo uno sguardo a quello che è la situazione nelle varie division.

Iniziamo con l'Atlantic Division, dove troviamo sempre al comando i Philadelphia 76ers (3-1 nella settimana con la perla della larga vittoria casalinga contro i Boston Celtics 103-71) che approfittano del rendimento altalenante dei Celtics e dal nuovo crollo dei Knicks.
I biancoverdi nella settimana compilano un record di 2-2, battendo di misura i Rockets e bene i Blazers nelle due gare disputate al Garden e subendo due sconfitte esterne: oltre alla sopracitata disfatta a Philly, una sconfitta di misura al termine di una bellissima gara allo Staples Center contro Kobe e soci.
New York affronta invece un periodo di crisi. Dal rientro di Anthony il record è 1-6 (0-4 nella settimana che porta a 5 la striscia negativa ancora aperta) e tornano insistenti le voci che vogliono un licenziamento di Mike D'Antoni.
Sul fondo restano New Jersey e Toronto quasi appaiate (rispettivamente 14-28 e 13-28 i record attuali).
I Nets, nuovamente privi del loro centro titolare, Brook Lopez, che ha problemi ad una caviglia, fanno registrare due sconfitte e due vittorie, di cui una importante tra le mura amiche contro i Clippers (101-100 il finale). A livello di mercato, rinnovato per altri 10 giorni il contratto a Gerald Green, autore di una straordinaria prestazione offensiva nella sconfitta subita contro i Rockets (112-106) con 26 punti, frutto di un buon 10 su 15 dal campo (4 su 8 da tre).
Per i Raptors una vittoria (contro Houston) e tre sconfitte. Nella gara del 10 marzo a Detroit, è tornato in campo il "nostro" Andrea Bargnani, ma il suo rientro è coinciso con due sconfitte consecutive (Pistons appunto e Bucks). La notizia peggiore per i canadesi è che proprio il 10 marzo, nella gara che ha visto il rientro del Mago, si è infortunato il play titolare Jose Calderon. Al suo posto promosso titolare Jerryd Bayless.

Passando alla Central Division, troviamo i Chicago Bulls saldamente al comando. Nella settimana, record 3-1 con la sconfitta subita per mano degli Orlando Magic che sono venuti a Chicago a prendersi una vittoria che darà loro morale. Per la squadra di Derrick Rose solo un piccolo incidente di percorso che però permette a Miami di rimettersi in coda (34-9 per i Bulls e 31-9 per gli Heat).
Settimana da dimenticare per gli Indiana Pacers che chiudono con 0 vittorie e 4 sconfitte: 92-72 a Chicago, 96-101 in casa contro Atlanta, 93-91 (dopo un supplementare) a Miami e 107-94 ad Orlando.
Terza posizione per i Bucks che chiudono la settimana 3-1, con l'unica sconfitta subita in casa contro Chicago (104-106 il finale), guidati dalle grani prestazioni del play Brandon Jennings (20 punti, quasi 10 assist e quasi 4 rimbalzi di media nella settimana), dal centro Drew Gooden (21 punti, 8 rimbalzi e poco più di 3 assist di media) e soprattutto dalle grandi prestazioni del turco Ersan Ilyasova (25 punti e quasi 11 rimbalzi di media, che gli sono valsi il premio di giocatore della settimana della Eastern Conference) oltre che dal buon apporto dalla panchina di Dunleavy (15,5 punti, 5,5 rimbalzi e 4,5 assist). Per Milwaukee, complice anche il calo dei Knicks, aumentano le speranze playoff, considerando anche che i Celtics non riescono ad ingranare e non sono poi così lontani.
Cleveland e Detroit chiudono la settimana imbattute (3-0 per entrambe). Per i Cavaliers, in grande spolvero Antawn Jamison che, a dispetto dell’età, ha messo insieme cifre di grande rispetto (poco più di 27 punti, 7 rimbalzi e poco più di 3 assist e striscia aperta di 7 gare con almeno 21 punti realizzati) e ha trascinato i suoi al successo 96-90 in casa dei Thunder.
Per i Pistons, tre gare casalinghe e altrettante vittorie. Due vittime illustri, Lakers (sconfitti 88-85 dopo un supplementare grazie ai 34 punti di Rodney Stuckey) e Atlanta (sconfitta 86-85), e una larga vittoria contro i Raptors (105-86 con ancora Stuckey in grande spolvero con 20 punti, 8 assist e 4 rimbalzi, questa volta aiutato dal rookie Brandon Knight 19 punti, 7 assist e 4 rimbalzi).

Infine, nella Southeast Division, i Miami Heat chiudono la settimana imbattuti (3-0), grazie anche al ritorno di Cris Bosh. Nella vittoria all'overtime contro i Pacers grande gara di Lebron e Wade, quest'ultimo autore del canestro decisivo.
Gli Orlando Magic, in attesa di conoscere il destino della loro stella Dwight Howard, chiudono in positivo la settimana (3-1). La clamorosa sconfitta sul campo dei Bobcats (100-84) maturata negli ultimi minuti del ultimo quarto ha però visto una pronta reazione dei Magic che, due giorni dopo, hanno espugnato il campo dei Bulls 99-94. Per Howard 29 punti e 18 rimbalzi nella vittoria a Chicago (27,5 punti di media e uno po' più di 15 rimbalzi di media in questa settimana).
Atlanta inizia a risentire dell'assenza di Horford (sostituito nelle rotazioni da Zaza Pachulia, autore di diverse buone prestazioni, dal rookie Ivan Johnson e dall'ultimo acquisto Eric Dampier) e il record (2-2) permette agli Orlando Magic di guadagnare un'altra vittoria di vantaggio e di creare un piccolo divario nella lotta al secondo posto della division. Il migliore degli Hawks è Josh Smith (il cui nome è circolato tra i possibili partenti) che ha fatto registrare quasi 25 punti e 7 rimbalzi di media nella settimana.
Per Washington la settimana sarà da ricordare per la grande vittoria in rimonta contro i Lakers, unica gioia della settimana che ha visto altre due sconfitte per la squadra della capitale. Nella vittoria contro i gialloviola, 19 punti dalla panchina per Nick Young (che hanno fatto seguito ai 25 di due sere prima nella sconfitta contro i Warriors) e 18 punti con 17 rimbalzi per Trevor Booker.
Ultimo posto per i Bobcats che hanno vissuto una grande serata vincendo in rimonta contro gli Orlando Magic (100-84 il finale) che ha interrotto la striscia di cinque sconfitte, per altro riprese subito dopo ed arrivata già a quota 3. Quella contro i Magic è stata la quinta vittoria stagionale e ha visto un Corey Maggette (ex di turno) in grande spolvero con 29 punti e 7 rimbalzi: da sottolineare anche la gara di Biyombo che ha chiuso con 10 punti e 15 rimbalzi (di cui 6 offensivi).

Offline Bears54

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« Risposta #6790 il: Marzo 20, 2012, 07:02:06 pm »
Magic piallati  :stillers:
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« Risposta #6791 il: Marzo 20, 2012, 07:51:56 pm »
eh già :( prestazione imbarazzante...  :mapor:

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« Risposta #6792 il: Marzo 20, 2012, 08:24:18 pm »
Ma il Gallo è abbonato alla jella?

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« Risposta #6793 il: Marzo 20, 2012, 09:11:15 pm »
eh già :( prestazione imbarazzante...  :mapor:

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« Risposta #6794 il: Marzo 22, 2012, 11:45:11 pm »
WESTERN CONFERENCE 12.03.2012 – 18.03.2012

La trade deadline è over ed è giunto il momento di vedere quali squadre sono uscite rafforzate o indebolite dai movimenti di mercato della scorsa settimana.

WINNERS:
Los Angeles Lakers

I Lakers si sono liberati in un colpo solo di tre “ex” giocatori come Fisher, Walton e Kapono rinforzando, contemporaneamente, il ruolo di point guard e il reparto lunghi. Il tutto, peraltro, senza cedere Pau Gasol. Sessions è un upgrade notevole in point guard perché è molto più giovane, alto ed atletico di Fisher e migliorerà la copertura difensiva dei gialloviola oltre ad apportare anche una diversa dimensione all’attacco, garantendo penetrazioni e scarichi che il buon Derek, per evidenti limiti tecnico/fisici, non poteva dare. Jordan Hill è una addizione che potrà tornare utile nel futuro, il ragazzo è giovane, atletico e proviene da una scuola con ottima reputazione per insegnare basket (e fondamentali) come Arizona. L’unico lato negativo della vicenda, a parte la grande leadership che Fisher portava alla squadra, potrebbe essere l’eventuale accasamento dell’ex play gialloviola (già liberato dai Rockets) ai Thunder o agli Heat.
Los Angeles Clippers
I Clippers, a seguito dell’infortunio di Billups, erano alla disperata ricerca di una vera shooting guard posto che Foye può rivestire solo un ruolo dalla panchina per una squadra con alte ambizioni come i losangelini. Dopo settimane di rumors su Allen e Crawford, i Clippers hanno acquisito Nick Young via Washington. Young, nativo di L.A., è un gran colpo anche in prospettiva futura. Guardia atletica e realizzatrice, trarrà un grosso beneficio dal giocatore a fianco ad un play come Paul. I Clippers, a parere di scrive, non sono comunque ancora attrezzati sotto le plance per andare fino in fondo posto che Griffin deve ampliare il suo repertorio offensivo e migliorare drasticamente dalla lunetta e Jordan è ancora all’abc in attacco e difensivamente, stoppate a parte, non offre un grande contributo tanto è vero che nel 4°quarto spesso Martin è in campo al suo posto.
Denver Nuggets
La squadra del Colorado evidentemente pentita del contratto da franchise player (quasi 70 milioni per 5 anni) concesso pochi mese fà a Nenè ha colto l’occasione per alleggerire drasticamente il cap e inserire una presenza difensiva di maggior spessore. I Nuggets, probabilmente con qualche mese di ritardo, hanno capito che Hilario non è, ne offensivamente ne difensivamente, un giocatore che da solo può spostare le sorti di una franchigia. Javali è un giocatore con enormi problemi attitudinali e uno scarso bagaglio di armi offensive ma, oltre a fornire una maggiore copertura sotto le plance, ha il contratto in scadenza a fine anno. Denver ha un paio di mesi scarsi per valutare il giocatore, avendo presente che la posizione di centro è comunque ben coperta da due giovani grossi, atletici e con discrete mani come Mozgov e Koufous.  Ma il vero colpo per Denver è stata la firma di Wilson Chandler per i prossimi 5 anni, compreso quello in corso, al costo di 37 milioni di dollari. Chandler, grazie alla sua versatilità, può ricoprire tre posizioni e apre per coach Karl la possibilità di giocare con quintetti molto diversi. Se mai dovessero recuperare tutti gli infortunati per i playoff, state attenti perché Denver è la candidata numero uno per fare saltare il banco nel primo turno a Ovest.
San Antonio Spurs
Ceduto Jefferson, mai integratosi realmente, non duro mentalmente e con un contratto ancora pesante e preso Jax, esperto, guerriero e gradito a Pop e allo spogliatoio (e con un contratto più corto), chapeaux!
LOSERS:
Portland Trail Blazers
Il problema, a detta di molti, era Felton ed è rimasto. Il più scontento era Crawford ed è rimasto. Alla fine i Blazers hanno licenziato coach McMillan, ceduto Camby e Wallace e  firmato Prizbylla, non esattamente le mosse che ti aspetteresti da una squadra in corsa per i playoff. Se la cessione di Wallace può avere senso tecnicamente perché apre definitivamente le porte del quintetto a Batum, in decisa rampa di lancio (e spiana la strada per la firma del contratto in estate), la contropartita ottenuta dai Nets si spiega solo con logiche economiche. Quello che per Denver è il punto di forza, la rotazione a 8/10 con “doppioni” per ogni ruolo, ha invece affossato la stagione dei Blazers persi nelle dualità Felton/Crawford, Matthews/Crafword e Batum/Wallace.
THE JURY IS STILL IN THE CHAMBRE:
Golden State Warriors
Fuori Monta e dentro Bogut, fuori Jax e dentro Jefferson. Non ci soffermiamo sulla seconda trade perchè non cambierà certamente le sorti cestistiche della franchigia, mentre sulla prima è difficile dare un giudizio definitivo. L’asse play-pivot è ancora considerato fondamentale nella costruzione di tutte le grandi squadre (anche se al giorno d’oggi non si direbbe, OKC, Heat, etc) e Curry/Bogut sulla carta dovrebbero garantire un futuro brillante anche se, su i due, aleggia la grande incognita delle condizioni fisiche. La trade è servita anche a fare spazio a Klay Thompson, rookie dall’evidente potenziale.