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Plaxico

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #105 il: Luglio 26, 2007, 12:44:05 pm »
Provate ad appassionarvi al GOLF. ;D

Oddio dopo quello che ha detto Gary Player...  ;D

Offline mccaffrey

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #106 il: Luglio 26, 2007, 01:48:19 pm »
Provate ad appassionarvi al GOLF. ;D
Solo se cambiano alcune regole,come potersi picchiare con il ferro/mazza/bastone o come cacchio si chiama,e se mettono le pon pon girls
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Offline moss84

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #107 il: Luglio 26, 2007, 01:54:21 pm »
Oddio dopo quello che ha detto Gary Player...  ;D

Gary chi?? ;D

Offline brax62

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #108 il: Luglio 26, 2007, 11:59:17 pm »
ma perchè il golf è uno sport?

allora anche il biliardo e le bocce davvero  :p

Offline tukos

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #109 il: Luglio 27, 2007, 08:56:03 am »
che ha detto Gary Player?

Offline OneHandTeo

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #110 il: Luglio 27, 2007, 09:42:50 am »
che ha detto Gary Player?


da la stampa.it

Citazione
Il golf? Dopato: parola di Gary Player
 
 
   
 
 
La denuncia non arriva da una persona qualunque, ma da una vera e propria leggenda: Gary Player, stella di prima grandezza che ha vinto tornei in tutto il mondo tra la gli anni sessanta e settanta.
L’atleta sudafricano è molto amareggiato per le accuse allo sport che gli ha dato tutto quello che ha ma, a 71 anni, ha deciso di vuotare il sacco. Dopo aver raccolto le testimonianze di molti medici e sentito le confidenze di alcuni giocatori che hanno aumentato misteriosamente la propria massa muscolare, Gary non si è certo risparmiato e ha puntato l’indice sui migliori: “Direi che tra i golfisti di livello mondiale, ce n'è una decina che prende qualcosa”.
 
 
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"Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più. Ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa."
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Offline mccaffrey

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #111 il: Luglio 27, 2007, 10:09:24 am »
vabbè,nel golf il doping serve per tenersi svegli durante le partite!!!!
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Offline moss84

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #112 il: Luglio 27, 2007, 01:12:00 pm »
La denuncia non arriva da una persona qualunque, ma da una vera e propria leggenda: Gary Player, stella di prima grandezza che ha vinto tornei in tutto il mondo tra la gli anni sessanta e settanta.
L’atleta sudafricano è molto amareggiato per le accuse allo sport che gli ha dato tutto quello che ha ma, a 71 anni, ha deciso di vuotare il sacco. Dopo aver raccolto le testimonianze di molti medici e sentito le confidenze di alcuni giocatori che hanno aumentato misteriosamente la propria massa muscolare, Gary non si è certo risparmiato e ha puntato l’indice sui migliori: “Direi che tra i golfisti di livello mondiale, ce n'è una decina che prende qualcosa”.


A 71 anni ha deciso di vuotare il sacco...... ;D
Ma per favore ancora qualche anno e avrebbe parlato dall' aldila'.... :'(

Offline tukos

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #113 il: Luglio 27, 2007, 03:47:43 pm »
mah,puo essere ,ormai non mi meraviglio più di nulla.
Nel golf si parlava di betabloccanti usati da chi aveva problemi col putt.in particolare ci son giocatori che nel concentrarsi agitano le mani come se avessero il Parkinson.Langer era uno di questi ed ha rimediato con i putter lungo con all'appoggio della mano sx al petto.
Tiger è uno che sotto la maglietta ha un fisico da pugile .Si allena come un pazzo in palestra a differenza dei panzoni tipo Daly,Waldorf,D.Clarke ,Jimenez,Rocca stesso ecc.
Canonica è il più grande bombarolo europeo e si dopa col barolo (come suo padre Dino che è stato maestro nel mio circolo.)

Offline tukos

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #114 il: Luglio 27, 2007, 11:14:54 pm »
Tornando in tema concordo con Plaxico che non si risolve tutto gettando il bimbo assieme all'acqua sporca.
non credo agli scandali col timer,tipo Mazzoleni arriva terzo e viene interrogato o che terminata la dinastia del texano "apriti cielo".
Penso ai Tafi ed alla Mapei osteggiata dal gruppo perchè aveva preso posizioni chiare contro il doping ed alla stragrande dei ciclisti che dicono "mi hanno controllato 14 volte e mi hanno sempre trovato negativo" e mai "controllatemi pure ,io intanto non mi dopo!"
Penso al povero Pantani ,a quel sabato di Giugno ,a quel ragazzo intervistato da un patetico Minà alcuni giorni dopo , e che non si è presentato al tour potendolo fare tranquillamente,difendendo la propria  innocenza .
penso che far le vittime del sistema sia il modo peggiore di difendersi .

penso solo che tutto questo merdaio  non doveva succevere.

 

Offline brax62

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #115 il: Luglio 28, 2007, 01:04:20 am »
Tornando in tema concordo con Plaxico che non si risolve tutto gettando il bimbo assieme all'acqua sporca.
non credo agli scandali col timer,tipo Mazzoleni arriva terzo e viene interrogato o che terminata la dinastia del texano "apriti cielo".
Penso ai Tafi ed alla Mapei osteggiata dal gruppo perchè aveva preso posizioni chiare contro il doping ed alla stragrande dei ciclisti che dicono "mi hanno controllato 14 volte e mi hanno sempre trovato negativo" e mai "controllatemi pure ,io intanto non mi dopo!"
Penso al povero Pantani ,a quel sabato di Giugno ,a quel ragazzo intervistato da un patetico Minà alcuni giorni dopo , e che non si è presentato al tour potendolo fare tranquillamente,difendendo la propria  innocenza .
penso che far le vittime del sistema sia il modo peggiore di difendersi .

penso solo che tutto questo merdaio  non doveva succevere.

 

ci correva anche Museeuw però. reo-confesso. con tutto il suo clan belga

Offline brax62

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #116 il: Agosto 02, 2007, 05:09:26 pm »
ACCADDE OGGIa cura di Luca Marianantoni
2 agosto 1998
Marco Pantani vince l'85esima edizione del Tour de France precedendo sul traguardo di Parigi Jan Ullrich di 3 minuti e 21 secondi e Bobby Julich di 4 minuti e 8 secondi. Pantani è il settimo e ultimo ciclista capace di vincere nello stesso anno Giro e Tour. Prima di lui c'erano riusciti Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain. :'(

Offline stepmarbury3

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #117 il: Agosto 02, 2007, 05:37:26 pm »
grande marco è stato la prima vittima di uno sport che poi si è rilevato marcio se solo avesse avuto più forza di volontà.sempre nei nostri cuori pirata.

santanadotson

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #118 il: Marzo 28, 2008, 06:35:30 pm »
http://sportemotori.blogosfere.it/2008/03/trovato-morto-valentino-fois-i-ciclisti-cadono-come-mosche.html

ci sono rimasto molto male per la morte di fois.sara' che alcuni giorni fa avevo visto il filmato delle iene.potete vedere a fine pagina il servizio

Offline Young 8

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Re: Ivan Basso confessa
« Risposta #119 il: Giugno 17, 2008, 04:39:20 pm »
ho ripescato questa interessante intervista (del 2006) a Simeoni (sì quello del Dr Ferrari e della porcata di Mr Armstrong)

- di Cristiano Gatti -

Il pentito del doping: «Adesso starei zitto»

Adesso è un giovane ragazzo di 35 anni, che corre ancora in bicicletta
per passione, come ha sempre sognato da bambino. Squadra piccola, gare
piccole. È tutto quello che si può permettere, tutto quello che gli è
rimasto, alla fine di una personalissima battaglia contro il doping.
Dopo averlo assunto in dosi massicce per anni, ad un certo punto è
finito sotto inchiesta, la più famosa delle inchieste italiane, contro
il preparatore Michele Ferrari. Guardandosi allo specchio, quel giorno
Filippo Simeoni ha capito che era giunto il momento di voltare pagina.
Di rompere. Di cambiare. Da forzato della chimica a primo nemico della
chimica. Ha raccontato tutto: fiale, dosaggi, richiami.
L'hanno definito pentito, anche se la definizione vale solo in termini
nobili: pentitissimo delle proprie colpe, questo sì. Ma non pentito in
senso giudiziario, perché non ha coinvolto altri nomi. Si è assunto le
proprie responsabilità, ha pagato il giusto prezzo, ha ricominciato da
capo. Purtroppo, non è andata come sperava.

Diversi anni dopo, lo ritroviamo ancora nelle malinconiche vesti del
pentito. Però in modo tutto diverso: stavolta è pentito d'essersi
pentito. E quest'ultima stagione di scandali doping non fa altro che
acuire il disagio. Con molta gentilezza, forzando il silenzio che
ultimamente si era imposto, Simeoni accetta comunque di parlarne.

Passano gli anni, ma siamo ancora tra le macerie.
«Ha vinto l'omertà. I pochi che hanno avuto il coraggio di raccontare
come stavano le cose sono finiti emarginati».
Pensava di ritrovarsi a questo punto?
«Credevo che tanti scandali servissero almeno a incidere la piaga, a
restituire un poco di credibilità allo sport».
Invece?
«Da due anni ho aperto un bar al paese. Il posto migliore per misurare
la credibilità del ciclismo. La gente è nauseata. Ho avvertito un grande
ritorno di passione per il Giro di Basso. È un bravo ragazzo, è forte,
piace. Però subito dopo scoppia lo scandalo spagnolo. E adesso il Tour.
La gente non ne può più. Ormai mi vergogno a dire che sono un ciclista».

Non è cambiato nulla, negli ultimi dieci anni?
«Ma sì, è accertato che le cose siano un poco migliorate. Certo, ci
vorranno ancora anni. Adesso però posso garantire che ci sono corridori
senza doping. Allora no, era un delirio...».
In che senso?
«Negli anni '90, usavamo tutti l'Epo. Senza limiti e senza controlli».
Adesso invece?
«Con la guerra che s'è creata, è molto più difficile doparsi. Siamo
passati ad un doping d'élite, molto costoso. Tanti non se lo possono
permettere. Guardate l'ultima inchiesta spagnola: i ciclisti pagavano
dai 30mila ai 60mila euro l'anno solo al dottor Fuentes. Un gregario
nemmeno se lo sogna. Servono il medico particolare e il preparatore
aggiornato, che sanno di ormoni e lavoro sul sangue. Quanto e quando
prendere, come smaltire. Cosa passa e cosa non passa ai controlli. Tutto
molto sofisticato e costoso. È un doping per ricchi...».

Negli anni Novanta?
«Negli anni Novanta tutti prendevamo la stessa cosa, l'Epo. L'effetto
era paradossale: non c'erano differenze. Si tornava alle gerarchie di
natura. Pantani vinceva perché era un fenomeno. Gli altri prendevano
quello che prendeva lui, non aveva vantaggi. Adesso no, adesso solo i
più grossi possono permettersi il dottor Fuentes e l'emotrasfusione. Con
dei risultati incredibili. Penso a Gutierrez, secondo al Giro. Lo
conosco bene, ci ho corso per anni. Mai nella vita avrei detto che
sarebbe andato forte in salita. Non è mai andato. Invece, all'ultimo
Giro era subito dopo Basso. Miracoli».
Ma senza doping si può vincere?
«No. Tra due corridori di buon livello, quello che non usa doping non
può battere quello che lo usa».
Non si può più credere ad alcun risultato, allora.
«No, fino a quando non avremo la certezza che si parte tutti alla pari.
Guardate gli ultimi grandi Giri. Vuelta, Giro, Tour: tutti e tre i
vincitori sono finiti nei guai per doping. Gli effetti sono devastanti:
anche i giovani si convincono che non si possa arrivare senza doping. E
poi il ruolo delle squadre. Alcune sono molto serie e severe. Prendiamo
l'italiana Liquigas: so che fa le cose per bene. Però i risultati non
arrivano. D'altronde, se sai già che sessanta corridori fanno
emotrasfusione dal dottor Fuentes, come puoi pensare di raccogliere
risultati?».

Ma si può fare ciclismo senza doping?
«Certo. Tanti dicono che cinque passi alpini nella stessa tappa
obbligano a prendere sostanze. Ma non è vero. Si possono fare. Si andrà
un po' più piano, ci saranno più cotte, i distacchi aumenteranno. Non è
detto sia un ciclismo più brutto».
Nel frattempo, che si può fare subito?
«Sono d'accordo al cento per cento con Gianni Bugno, nella sua
intervista di ieri al Giornale. Bisogna coinvolgere team-manager e
medici negli scandali. Non esiste che mandino via il corridore e se ne
lavino le mani. Devono risponderne. Guardiamo la Csc di Basso: prima del
Tour si disfa del corridore, poi quasi vince con Sastre. Che importa, a
loro? Bisogna cambiare. Ullrich è coinvolto? Si ferma anche la sua
squadra, in attesa di chiarimenti. Allora vedi come i dirigenti
cominciano a marcare stretti i corridori. Altro che non sapere mai
nulla. Sono loro i primi ad incentivare il doping».
In che senso?
«Nel senso che dicono di combatterlo, ma poi aspettano i corridori al
varco: chi non ha risultati, perde il lavoro. Non guardano se un atleta
svolge la professione in modo serio. No, conta solo la vittoria. Chiaro
che tutti, pur di trovare un posto, sono disposti a rischiare».

Sparirà mai il doping?
«Sparirà mai la disonestà? Certamente no, purtroppo. Però un conto è
sapere che i controlli sono blandi e le squalifiche lievi, un altro è
sapere che ti braccano e che puoi cambiare mestiere. Se mai nessuno ti
presenta il conto, bruciato un dottor Fuentes si va subito a cercarne un
altro».
C'è volontà di ripulire?
«C'è ancora troppa falsità. Alti dirigenti che parlano in un modo e
fanno in un altro. E poi lo ripeto: l'omertà ha trionfato. Visto come
sono finito io, chi si prende più la briga di parlare? ».
Com'è finito lei?
«Corro per passione. Però pentirmi mi è costato carissimo. Non ho più
trovato una grossa squadra, da anni non corro più il Giro d'Italia.
Armstrong me l'ha giurata, dopo che l'ho querelato per avermi definito
bugiardo: è persino venuto ad inseguirmi in una tappa anonima del Tour.
La verità è che questa vicenda mi ha segnato».
Tornasse indietro?
«Confessando, alla fine ci ho rimesso tutto. Nel frattempo, vedo tanti
corridori che nonostante l'evidenza ancora firmano ricchi contratti. È
amaro dirlo, ma non posso nasconderlo: visto com'è andata, il vero
pentimento è d'essermi pentito».