MOSCA (Rus), 8 ottobre 2008 - Era tutto perfetto. Un traguardo rotondo appena raggiunto, quello dei 400 successi in carriera, e la possibilità di festeggiarlo sul cemento di casa. Tutto perfetto per chiunque, ma non per quel genio della sregolatezza che è Marat Safin. L'ultima dell'ex talento del tennis mondiale è un mix di sbadataggine e innocente distrazione che non può non far sorridere gli amanti del tennis e i suoi sempre numerosi estimatori.
TRE SET - Gioco, partita e Safin vince l'incontro al primo turno della "Kremlin Cup" di Mosca. In tre set, soffrendo un po' contro il modesto israeliano Noam Okun. Ma non se ne accorge: si avvicina alla panchina, si siede, si asciuga il sudore dalla fronte. Per prepararsi al cambio campo e alla ripresa del gioco. Convinto che gli manchi ancora un game per vincere la partita. Tra lo stupore generale è il giudice di sedia, Carlos Bernardes, a chinarsi verso Safin e ad annunciargli la fine del match: "Marat, hai vinto!".