La visita Bush lo attenderà all’aeroporto. Chef italiano per il compleanno
Il Papa accolto nello stadio
Gli Yankees: non calpesti l’erba
In 57 mila per la comunione: il rito in soli 14 minuti
WASHINGTON — I New York Yankees sono stati categorici: tutto, ma non l’erba. Sarebbe stato come, si perdoni la blasfemia, profanare il tempio del baseball, lo Yankee Stadium appunto. E così, perfino il successore di Pietro si è dovuto adeguare: la Papamobile di Benedetto XVI farà un giro di campo al suo ingresso nell’impianto del Bronx, seguendo il «warning track» disegnato ai bordi del manto erboso. Poi, il Papa salirà sullo speciale palco, modellato sul diamante del terreno di gioco, per dire messa alle 5.30 della sera di domenica prossima. Per gli appassionati della disciplina, il Sommo Pontefice sarà sulla seconda base, mentre il sigillo papale coprirà la fossa del lanciatore. Interessante sul piano metaforico, quello del prato è stato in fondo il più semplice dei problemi che gli organizzatori del pellegrinaggio americano del Papa hanno dovuto affrontare. Benedetto XVI atterra martedì pomeriggio in America per una visita di sei giorni, tra Washington e New York, che ancora una volta si rivela un’immane operazione logistica, nella quale sono coinvolte diocesi locali, servizi di sicurezza, veterani delle campagne politiche, agenzie specializzate in eventi di massa e (America oblige) un drappello di produttori di Hollywood.
E’ la quarta volta di un Papa romano negli Stati Uniti. Paolo VI venne nel 1965. Giovanni Paolo II nel 1979 e di nuovo nel 1995. Sarà George Bush, una prima assoluta nel protocollo presidenziale, ad accoglierlo personalmente alla base militare di Andrews, nel Maryland. Il capo della Casa Bianca, che grazie alla fede ha riscattato una giovinezza sregolata, ha reso ieri omaggio alla figura del Pontefice, ricordando il loro unico incontro e spiegando che «in lui ha visto Dio». E’ una visita delicata e importante, sul piano pastorale, politico e culturale. Dalla pace all’aborto, dal global warming all’immigrazione, tanti sono i temi potenzialmente polemici che Benedetto evocherà nei suoi discorsi e nelle sue omelie. Ma accanto alle grandi questioni, il viaggio papale ha posto una serie di dilemmi più terreni e pratici, che hanno tenuto occupati gli organizzatori sin dallo scorso agosto. Uno per tutti: come dare la comunione a 57 mila persone in 14 minuti, secondo più secondo meno, nella messa finale allo Yankee Stadium?
La diocesi di New York ha mobilitato 530 tra preti e diaconi, che verranno dislocati in punti strategici delle tribune, con i più giovani nei settori più alti, dove le scale sono strette e i venti soffiano più forti, e i più anziani in basso fra i posti migliori, dove la folla è fatta soprattutto di loro coetanei. In media, ogni prete avrà meno di 8 secondi per dare l’ostia a un fedele. Sono stati ordinati 530 ciborii speciali, con un’incisione che ricorderà la messa, ognuno dei quali non conterrà più di 150 ostie. I tre giorni nella capitale federale costeranno almeno 3 milioni di dollari, tutti coperti da donatori privati. L’Arcidiocesi newyorkese non ha fornito cifre, ma anche lì tutto sarà finanziato con la generosità dei fedeli.
A Washington il Papa risiederà nella Nunziatura e sarà lì, mercoledì sera, che festeggerà privatamente il suo ottantunesimo compleanno. A preparare la cena sarà il celebre Café Milano di Franco Nuschese, dominus della scena politico- gastronomica di Washington, che per l’occasione ha mobilitato il suo executive- chef, Fabio Salvatore. Nuschese e Salvatore non hanno voluto rivelare nulla sul menu, parlando soltanto di una «pasta fatta in casa» e di una «vecchia ricetta tramandata dalla nonna» del cuoco. Ma gli auguri a Papa Ratzinger li farà in mattinata anche George Bush, durante la sua visita alla Casa Bianca, nonché i 26 mila giovani che nel pomeriggio canteranno «Zum Geburtstag viel Glück» davanti al seminario di San Giuseppe a Yonkers.
Per la logistica della messa di giovedì mattina al National Park, dove sono attese quasi 50 mila persone, è stato chiamato A. Blayne Candy, famoso produttore che ha già organizzato il ballo inaugurale di George W. Bush al National Building Museum. Mentre Stig Edgren, produttore di Beverly Hills che ha al suo attivo il ballo inaugurale di Bill Clinton nel 1996 e diversi concerti di Barbra Streisand e Gloria Estefan, è il coordinatore dei tre mega-eventi papali di New York. Nella Grande Mela, dove il Papa terrà anche un atteso discorso alle Nazioni Unite, le misure di sicurezza saranno severissime. Ai 3 mila sacerdoti, seminaristi e membri di ordini religiosi invitati alla messa nella St. Patrick Cathedral, sulla Quinta Strada, alle 9.15 di sabato prossimo, è stato chiesto di presentarsi tre ore prima al Palace Hotel, dall’altra parte della strada, dove passeranno al metal detector prima di essere incanalati in un corridoio isolato, che li porterà direttamente in chiesa.
Paolo Valentino
13 aprile 2008