Che Favre potesse avere un second thought dopo la sua conferenza stampa d'addio era il segreto di Pulcinella: i Packers stessi hanno aspettato il 25 aprile (cioè la vigilia del draft) prima di metterlo nella lista dei ritirati, e questo perchè già a fine marzo avevano avuto da Favre dei "segnali" circa il suo ritorno.
Sia Thompson che lo stesso McCarthy avevano già fissato un appuntamento con lui a fine marzo per discutere della cosa, ma due gironi prima di prendere l'aereo Favre gli aveva chiamati per dire che dopo averne parlato con la moglie Deanna ci aveva ripensato ed aveva deciso di confermare il suo ritiro.
E questi non sono gossip da Novella 2000, sono il racconto dettagliato di questa pazzesca postseason fatta sia da TT che da MM e che si possono trovare sui vari siti.
Morale, i Packers sapevano che Brett era ancora sostanzialmente indeciso ma non potevano certo fare nulla senza la sua definitiva conferma, e soprattutto non potevano pensare di "spingere" Favre al rientro e poi magari sentirsi dire a metà training camp che non aveva più voglia e se ne tornava a casa.
Insomma, i segnali di Favre non sono stati così determinati da spazzare via tutti i dubbi, non c'è stato un chiaro "I'm in" pronunciato come due anni prima e in grado di convincere i Packers. I quali non potevano certo dire "ma adesso vediamo cosa succede", non è che potevano impacchettare tutto (anche se si chiamano Packers...) e dedicarsi al giardinaggio, dovevano andare avanti. E in squadra avevano un giocatore, un professionista, una prima scelta tralatro, che se ne è stato buono buono per tre anni senza fare polemiche aspettando il suo momento.
E i 12 milioni non c'entrano nulla perchè i Packers lo spazio ce l'hanno comunque, visto che i FA Thompson li prende con il misurino.