La mia esperienza di football giocato nella mia città, causa un problema fisico che spero di risolvere, è stata di appena sei mesi.
Nonostante questo e il mio non essere proprio un adolescente (ho 24 anni compiuti a febbraio) mi sono avvicinato a questo sport con la passione di un bimbo, e mi ha subito preso.
il legame con alcuni giocatori, e l'ambiente che si è venuto a creare, dopo le prime botte è stato subito molto forte, e si è creato almeno in campo un forte spirito di squadra.
Nonostante debba fare fare i miei più sentiti ringraziamenti alla mia società perchè ha permesso di conoscere questo sport anche ad una mezza pippa come me, dico che il problema delle società soprattutto qui da Roma in giù è la mancanza di una vera organizzazione e progettualità.
a partire dagli allenamenti, fino all'organizzazione degli eventi,il mio presidente e i compagni di squadra adesso stanno mettendo in campo una campagna pubblicitaria molto forte, con Bus e Metro, con sopra il manifesto dell'evento che si terrà il 26 giugno qui a Napoli al Collana, sono stati presi anche accordi con le scuole per fare pubblicità un mese fa, ma mi dispiace dirlo ho la sensazione che tutto questo sarà inutile, poi spero di essere smentito, e che lo sforzo porti ad un risultato.
I veri problemi stanno nelle cose elencate da Carson che condivido pienamente, le società non hanno delle vere e proprie strutture, ma si reggono su ex giocatori del periodo d'oro, che seppur con buona volontà e un notevole dispendio economico, non riescono comunque a gestire tutto, questo genera confusione e immobilità.
Ci si allena e si gioca su campi e strutture inadeguate a quello che è il nostro sport, in qualche caso, come col sintetico o la terra si trasformano in trappole.
Molte volte lo staff tecnico non è adeguato alla crescita del giocatore, e ad insegnare a questo anche le basi di questo sport, viene così mandato in campo alla sprovvista e senza un adeguata preparazione, che con uno sport di contatto come questo è una cosa pericolosissima.
Basti anche pensare che in molti casi la palestra, necessaria in un corretto schema di allenamento, è in molti casi a discrezione del giocatore, mettendo a rischio la propria integrità, senza essere seguito.
Causa costi e tempi, c'è anche chi non può praticarla, questo lo mette in deficit in previsione della stagione, e dell'eventuale partita settimanale, il solo lavoro airobico e di esercitazione non basta.
La questione infortuni è la più spinosa, se ti fai male, devi vedertela da solo, fino al recupero.
Questo è per quanto riguarda il Football "Giocato".
Allora chi a parte un gruppo di pazzi si lancerebbe in una simile avventura?
La seconda questione è quella della Comunicazione, essendo le società non strutturate, sono impreparate ad affrontare questa questione, affidandosi così al passa parola o l'incontro per puro caso con questo sport.
Si ragiona ancora con uno sport per pochi intimi, mentre ora che si è entrati nel Coni, si dovrebbe lavorare per espandere questo sport.
Basterebbe rimettere su una delle 3 reti rai, una rubrica dedicata all'nfl, e per poi unire dei servizi sul football nostrano e le realtà presenti in questo paese.
un solo servizio alla domenica sportiva, anche tra gli ultimi in tarda notte di tre minuti, sull'ifl.
Le testate che parlano di Football sono quasi assenti.
In mancanza di reali uffici stampa, anche il rapporto con la stampa e la televisione locale, diventa occasionale se non assente.
Il rapporto con la Rete è vissuto come avveniva all'inizio della sua nascita, e molte volte le pagine sono solo a livello embrionale, non vengono curate e comunque non esiste una strategia comunicativa e in molti casi anche programmatica.
Il problema è che non si capisce se la federazione è un organo che si preoccupa di far crescere sul serio questo sport, oppure solo un luogo per far sentire importante qualcuno.