Autore Topic: The Steelers Nation  (Letto 518611 volte)

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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #375 il: Settembre 20, 2007, 08:03:49 pm »
cambiare il nome di un post per paura ...
bisogna essere dei poveretti

che nome di post è cambiato? :shok:
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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #376 il: Settembre 21, 2007, 09:30:42 am »
che nome di post è cambiato? :shok:

The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)

Non far lo gnorri...  :p

Offline Cobain

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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #377 il: Settembre 21, 2007, 11:35:33 am »
The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)

Non far lo gnorri...  :p

si ho capito, ma jack diceva "per paura", io mica lho cambiato per paura :shok: !!
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Offline Jack The Sack

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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #378 il: Settembre 21, 2007, 02:43:06 pm »
per cosa allora?
se non era paura, e manca mai che domenica non vinci, lo lasci per tutta la stagione!
vedem se te si omo
... poi subentrerà Kaepernick e metteranno allo stadio la musichetta di Bennie Hill ... :colz:
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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #379 il: Settembre 22, 2007, 02:35:01 pm »
Domani li tritiamo.  8)

Offline Cobain

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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #380 il: Settembre 22, 2007, 02:41:57 pm »
Domani li tritiamo.  8)

lo puoi dir forte 8) !! sei gia li a Pitt?!
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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #381 il: Settembre 22, 2007, 03:58:05 pm »
mi permetto di copiare una cosa dal forum di bebo che mi ha fatto notare porzione:

Citazione
L’ascensore mi porta dal quarto livello al piano terra. Mentre scendo inizio a pentirmi. Ho scelto di sfruttare la possibilità di vedere per la prima volta gli Steelers dal vivo non in tribuna ma dal press box. Per carità, fantastico anche lì. Organizzazione clamorosa, posizione perfetta . E poi, dai, posso rincuorarmi pensando di aver passato solamente 10 minuti in tribuna tra i tifosi ma di aver mangiato riso e pollo vedendo le partite del pomeriggio seduto a due metri da “Mean” Joe Greene. Però mentre scendo continuo a ripensare a questa scelta. Esco dall’ascensore, sono in mezzo ad una trentina di giornalisti che aspettano il two minute warning per poter passare la porta a vetri che ci separa da una sala elegante e sobria. Moquette nera, poltrone di pelle, bar vuoto. Il cronometro segna 2:00, aprono la porta, mostriamo i nostri pass e ci fanno entrare. Superiamo la sala, passiamo una porta di legno a due ante e mi ritrovo in un corridoio freddo, spartano. A sinistra c’è un altro corridoio, lunghissimo. Noi andiamo dritti, superando alla nostra destra un portone di metallo guardato a vista da due addetti della sicurezza: sopra c’è scritto “Steelers Locker Room”. Iniziano a venirmi i brividi, il rumore dello stadio si fa più forte, passo dopo passo. Sopra, al quarto piano, mi avevano avvertito di non fare foto, perché non avevo un accredito da fotografo. Un paio di immagini, magari sfocate, le voglio rubare lo stesso. Si scende una scala, tiro fuori in fretta la macchina fotografica, la tengo all’altezza del petto senza farmi vedere e faccio due scatti continuando a camminare. La rimetto in tasca proprio mentre arrivo in fondo a questo corridoio. E’ l’ultimo. Prendo una scala a sinistra, sporca di terra, erba e fango. Il frastuono è micidiale, la luce è sempre più forte. Sono in campo. Sono totalmente inebetito, ma è una sensazione bella, bellissima. Indescrivibile. A sinistra un tifoso si sporge dalla tribuna e ridendo mi chiede di prendergli dei guanti. Io sorrido, lui me lo chiede nuovamente e indica alla mia destra. Sono dietro la sideline degli Steelers, a 5 metri, forse meno. Fatico a distinguere i giocatori, li conosco tutti, uno per uno, non capisco chi siano. Neanche se in campo, ora, stia giocando l’attacco o la difesa. “You’re in heaven buddy!”, mi strilla ancora, ridendo. Io inizio a muovere le gambe, vado verso la endzone di sinistra. Voglio vedere il campo da vicino. Il piloncino arancione, le tribune iniziano a svuotarsi, resto incantato qualche secondo nel guardare la scritta Pittsburgh praticamente incisa nella endzone. Gialla con i contorni neri. E non mi accorgo che il gioco è ripreso e che gli Steelers hanno segnato ancora. Chi? Come? Non lo so e incredibilmente non mi interessa molto…sono completamente rapito dal campo spelacchiato, dalla luce fortissima dei riflettori, dalle parole dei tifosi che si distinguono nettamente, dalla macchina di un fotografo che scatta come una mitragliatrice, da quelli di Espn che corrono verso le panchine per filmare l’esultanza dei giocatori. Mi avvicino anche io, tiro fuori la macchina digitale e inizio a fare qualche scatto. Sempre di nascosto, sempre sperando che esca fuori qualcosa che poi, riguardando, mi dica: “Sì, stavi proprio là”. Si siede Hartings. Clic. Il tempo corre, due minuti sono pochi, e chissà se dopo ci manderanno subito via. Rubo qualche altra foto, segnano i Browns, dall’altra parte del campo, e provano l’onside. Sono a 20 metri da me. Dawson calcia, la palla carambola fuori. Maddox torna in campo con l’attacco: snap, ginocchio a terra. E’ finita. E’ finita? No, perché tutti, fotografi, cameraman, microfoni, chilometri di cavi, entrano in campo. E allora entro anche io. Dove vado? Non lo so neanche io. So solo che mi ritrovo davanti una maglia nera col numero 67. “Kimo…”, penso io. E’ enorme, l’occhio mi cade sul suo braccio sinistro. E’ rosso da fare spavento. Due minuti prima ero teso, non sapevo dove andare né che fare. Adesso sono come il classico ragazzino nel negozio di caramelle. Tutti cercano Ward, che in questa serata da sogno è diventato il più grande ricevitore nella storia degli Steelers. Io sono lì, lui parla e io non capisco nulla, non sento nessun suono. Sono troppo impegnato a sorridere, a fargli una foto come si deve e a pensare che è un esempio, che è veramente un sorriso per lo sport. Il mattino dopo, sul giornale, vedrò la foto della sua storica terza ricezione: mentre è in volo e aspetta il pallone lanciato da Charlie Batch sfodera un sorriso. Ward va incontro allo sport sorridento. Ward, intanto, continua a parlare, ma vedo che al centro del campo, inginocchiati, in cerchio, ci sono 6 o 7 giocatori. Qualcuno “è dei nostri”, penso, altri sono di Cleveland. Mi avvicino ma mi fermo ad una certa distanza. Tra i microfoni, i cavi, le telecamere, loro sono lì. Sono lì che forse, sì, sicuramente, pregano. E nel fargli uno scatto mi sento anche a disagio, perché è un momento tutto loro. Hanno finito, si alzano, si danno la mano, si scambiano un abbraccio e se ne vanno. E mi hanno dato, come il sorriso di Ward, un’altra lezione di sport. Per carità le risse, il doping, le storiacce di procuratori e intrallazzatori sono roba anche di queste parti. Ma qui, a differenza dello sport delle mie parti, lo sport europeo, nonostante tutto, nonostante i fiumi di dollari e le luci accecanti, questo resta sempre uno Sport. E loro, i giocatori, sono veri. O, almeno, a me sembrano davvero di un’altra dimensione. Sono umani. Personalmente mi ritrovo ad avere da ridire su tutto e mentre rifletto, uscendo dal campo, per un attimo penso che mi sto facendo prendere la mano, che sto ingigantendo tutto. Penso e intanto riscendo le scale, dando un’ultima occhiata al campo, alla terra, alla sideline con il simbolo enorme della squadra che amo, alle tribune, alla gente. Torniamo dentro tutti. Telecamere, microfoni e taccuini, mischiati ai giocatori. Loro entrano negli spogliatoi con i caschi in mano, noi restiamo fuori. Passano 4 o 5 minuti, penso che tutti stiano aspettando l’uscita di Ward e di Cowher per fare qualche domanda prima della conferenza stampa ufficiale. E’ quasi mezzanotte, sono esausto. Arriva Daniel Rooney, salutato da tutti. E’ piccolissimo, capelli bianchi, curvo. Dallo spogliatoio esce Roethlisberger, sale su una macchina elettrica con i suoi familiari – o almeno sembrano essere i ‘suoi’ – e se ne va. Mi giro nuovamente e vedo che la porta dello spogliatoio è aperta e che ci fanno entrare dentro. O meglio, inizialmente restiamo sulla porta, perché Cowher sta finendo di parlare alla squadra. Io intanto sono nel mezzo di un sogno. Cowher lascia la stanza da un’altra porta. Dove va? Non lo so, so solo che tutti iniziano a spingere perché è il momento di entrare. Moquette nera, armadietti in legno chiaro, ognuno col nome del giocatore. Per terra divise, armature, magliette. Alcuni vanno verso le docce, passano e distribuiscono grosse pacche sulla spalle e ‘high-five’ a compagni e cronisti. I giornalisti iniziano a fare il loro lavoro, io resto qualche secondo in mezzo a questo stanzone e poi inizio a fare il giro dei vari capannelli per non dare nell’occhio e non passare eccessivamente per ‘turista’, ma mi guardo intorno. Farrior è in tuta grigia, non ha giocato per via dell’infortunio al ginocchio rimediato a Green Bay. E contentissimo, si crongratula con tutti i compagni. C’è chi canticchia, chi si fa massaggiare, chi beve un Gatorade, chi se ne sta zitto, chi urla da una stanza attigua che sembra essere un altro spogliatoio. Resto lì forse una decina di minuti, poi esco. Non so perché ma non sfrutto tutto il tempo possibile per restare lì dentro. Forse uscendo posso dire di esserci stato, lì dentro. Chiaro? No, non proprio, ma non lo è neanche per me. Faccio il percorso inverso, esco dalla zona degli spogliatoi, mi affaccio un attimo nella sala stampa. Cowher mastica le solite parole sulla vittoria, ringrazia e se ne va. Me ne vado anche io. Devo fumare, devo fermarmi un attimo o magari devo tornare un attimo alla realtà. Passo nel salotto di prima, che stavolta è strapieno. Sono i familiari dei giocatori? Sembra proprio di sì. Boh, forse, io intanto sono già fuori. Mi fermo, mi siedo su un muretto e accendo una sigaretta. Al collo ho ancora il pass della sala stampa, uno mi guarda. Ha una maglia nera, bellissima, d’epoca: numero 58. Sorride, mi viene vicino, mi chiede l’accendino. Accende una sigaretta pure lui, tira una boccata, mi restituisce l’accendino e sorridendo mi fa: “Dimmi che hai parlato con Rocky Bleier lì dentro…”. Sì, sono davvero in paradiso. Ma mi sento, a migliaia di chilometri di distanza, anche a casa mia.

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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #382 il: Settembre 22, 2007, 07:45:17 pm »
Ho appena consumato un pranzo leggerissimo a base di tirannosauro credo  ;D Sono tornato in albergo per vedere un po` di college in tv, alle 3.30 c`e` il partitone di LSU e non me lo voglio perdere. Alle 7 Heinz Field per Connecticut@Pitt, poi domani e` giorno Santo  :papa:

PS: Ho trovato una jersey autentica di Kordell Stewart, che fo la prendo?  ;D

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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #383 il: Settembre 23, 2007, 11:06:40 am »
SF WHO ?????

Credo che assisteremo alla terza monotona vittoria .
alla fine del 3/4 tutti a casa .

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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #384 il: Settembre 23, 2007, 01:01:38 pm »
Ho appena consumato un pranzo leggerissimo a base di tirannosauro credo  ;D Sono tornato in albergo per vedere un po` di college in tv, alle 3.30 c`e` il partitone di LSU e non me lo voglio perdere. Alle 7 Heinz Field per Connecticut@Pitt, poi domani e` giorno Santo  :papa:

PS: Ho trovato una jersey autentica di Kordell Stewart, che fo la prendo?  ;D

Ma certamente, poi mettila a carnevale farai un figurone! ;D
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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #385 il: Settembre 23, 2007, 01:03:13 pm »
Ma certamente, poi mettila a carnevale farai un figurone! ;D

Comunque secondo me un po' di strizza l'avete e come altrimenti come giustificare affermazioni che trasudano nervosismo da tutti i pori?
 :papa:
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Offline Jack The Sack

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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #386 il: Settembre 23, 2007, 05:53:26 pm »
SF WHO ?????

Credo che assisteremo alla terza monotona vittoria .
alla fine del 3/4 tutti a casa .

ci vedete bene?
allora vedete di andare a ...
... poi subentrerà Kaepernick e metteranno allo stadio la musichetta di Bennie Hill ... :colz:
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« Risposta #387 il: Settembre 23, 2007, 05:56:56 pm »
ci vedete bene?
allora vedete di andare a ...

Occhio che qualcuno di loro è mooooolto permaloso, tant'è che evito.Comunque mi hai tolto le parole dalla tastiera ;D
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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #388 il: Settembre 23, 2007, 06:01:38 pm »
ragazzi quando i titani si scontrano, le scintille ci sono è inevitabile!

STEELERS vs 49ERS

dite poco?! :love:
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Re: The Steelers Nation: C'mon 49ers!! (2-0)
« Risposta #389 il: Settembre 23, 2007, 06:08:41 pm »
ragazzi quando i titani si scontrano, le scintille ci sono è inevitabile!

STEELERS vs 49ERS

dite poco?! :love:

Però se devo essere sincero la partita in assoluto che m'attizza di più è quella con i Cowboys. Con gli Steelers non si gioca tutti gli anni e nei playoffs è impossibile incotrarsi. Tieni conto poi che nel periodo di maggior splendore dei Niners (1981-1994) gli Steelers non erano certo una powerhouse di conseguenza non sento ne tutta sta rivalita ne tutta sta tradizione.
Stasera farò un'eccezione.
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